salsedine del sogno

Le Comunità del Dolore


  Abitare gli spazi fa parte del mestiere di vivere, qualunque siano le scelte. Ci sono spazi e spazi. Mi soffermo su alcuni che sembrano orologi quasi perfetti. Le chiamo Comunità del Dolore. Non c'è bisogno che le specifichi con nome proprio o istituzionale, il dolore è contagioso ed è del tutto irrilevante aggiungere aggettivi. Ognuno ha in mente l'orologio con le lancette che girano per un tempo breve se hanno bisogno di ricarica, o per un tempo lungo se vanno a pile. Ma lo stesso vale per gli orologi elettronici quelli che aggiornano i numeri, i secondi, i minuti e le ore. Stesso spazio, stesso giro, stessa addizione di numeri. Che può fare un essere pensante dentro una comunità ad orologio? Girare come una lancetta fino a rendersi conto che il suo corpo gira su se stesso, sulle regole che lo limitano e soprattuto che lo delimitano. Oppure stare fermo e vedere che il tempo gira, ma è come se il respiro diventa sempre più lento aspirando quasi all'immobilità totale del corpo, rimanere sospesi con tutta la propria pesantezza dell'esserci. Oppure può dare da matto non accettando l'orologio e soprattutto non accettando di sentire. .Le Comunità del Dolore sprigionano la loro potenza nella totale ambiguità, mostrandosi asettiche nella loro purezza e allo stesso violente nella ritualizzazione oraria del dolore  
“OROLOGIO” questa foto appartiene a Saverio Pacini