salsedine del sogno

Quel che penso sulle diagnosi


La scienza è fatta di studi importanti e spesso complessi che non è facile afferrare. La scienza è comunque ordine di idee, di esperimenti e tesi su cui si fonda il nostro vivere. Tra queste tesi ci sono le soluzioni che la scienza medica dà alle cura delle malattie. Le due parole che vanno a braccetto tra loro sono: diagnosi e cura.Accettare la diagnosi qualsiasi che sia non è mai semplice e questo diventa complicato quando si tratta di malattie la cui origine ancora è sconosciuta, penso a tutte le varie sindromi o morbi...Un familiare e quando è in condizioni anche il malato stesso, dopo la diagnosi cerca nonostante tutto di capire le cure, le possibilità di stare meglio o almeno di convivere con poco dolore mentale e fisico.I familiari e i malati a cosa si possono attaccare? ALLA COERENZA DELLE CURE. Ogni parola del medico, dell'infermiere e di chi ha vissuto la stessa malattia è verificato ossessivamente, precisamente nella sua coerenza. Quanto funziona quella cura? Perché oggi quel farmaco e domani quell'altro? Perché pareri contrapposti? Perché sorrisi ironici o pacche sulle spalle? Potrei andare avanti all'infinito, ma in questo periodo ho tante perplessità sulle diagnosi e su chi le pronuncia. Non mi importa se le diagnosi arricchiscono o meno le case farmaceutiche. M'importa la loro scientificità, la coerenza di una cura. Come i colloqui che mi ricordava una grande psichiatra tedesca devono essere “chiari e consistenti” cosi le cure devono essere coerenti con la scienza e la dignità della persona da curare.Quelli che con distacco la scienza medica chiama i malati sono i più grandi revisori delle procedure mediche perché le subiscono sulla loro pelle e spesso senza la possibilità di replicare fino all'ultimo rantolo di respiro. 
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