salsedine del sogno

Benvenuti nella telemedicina


Mancano i medici, arriva la televisione. È una battuta per un argomento serio. Ridotto all’osso non abbiamo bisogno di nessuno in carne e ossa, è un po’ questo il pensiero unico del risparmio di persone, di tempo e di costi.Ma la salute è altro: “condizione di benessere fisico e psichico…”. La salute è rapporto con gli altri, sentirsi ascoltati, capiti e avere delle risposte significative in un percorso di cura.La salute non è “diagnosi” ma “spiegazione” della diagnosi e come emanciparsi da essa senza rimanerne sopraffatto.Oggi c’è la telemedicina, preannunciata e ora legiferata. Un computer, un indirizzo di posta elettronica, un app, uno smartphone e forse, non so, una webcam. Oggettistica che abbiamo più o meno nelle nostre case e nelle tasche.Mi chiedo se tutto questo è “La Cura”, oppure la risposta “pragmatica” al: “Che ti serve? Ricetta, certificato, impegnativa?”.Chi sono io per dire che la telemedicina non è “La Cura”? La mia esperienza dimutuato,malato,paziente,numero,assistito,letto,patologia,diagnosi,esente ticket,assistente sociale,non è sufficiente a dire che la telemedicina non è cura. La conclusione è retorica lo so’: la sanità pubblica costa per tutta la strada dal nostro concepimento all’arresto cardiaco. Ma certe scelte ci fanno associare l’immagine di accorciare e non di poco la strada di ciascuno di noi presunto sano o malato che sia, di corpo e di mente.