salsedine del sogno

Stop!


Sospesi nel nulla, eternamente fermi eppure in movimento, come se il peso dello zaino del già visto ci incatenasse al suolo. Ci siamo lasciati dietro la capacità di andare avanti, di progredire. Il già vissuto, con la sua mole schiacciante, ci immobilizza in una stasi infinita. Stare fermi, lo sappiamo bene, non ci risparmia dall'invecchiare. Il mondo, indifferente, continua la sua corsa e noi, con i nostri corpi che decadono, osserviamo senza potere intervenire. E mentre il tempo passa, siamo sommersi da giudizi – o meglio, pregiudizi – che incontriamo ad ogni angolo della nostra esistenza. Ogni sguardo, ogni parola, sembra essere una sentenza inesorabile. Dire "stop" diventa un atto necessario. Fermarsi non solo fisicamente, ma mentalmente. Rifiutare le risposte preconfezionate che ci vengono offerte, rifiutare di credere che anche gli asini possano volare solo perché qualcuno ce lo dice. È un atto di ribellione, un atto di liberazione. Poi ci sono le foto. Frammenti di realtà cristallizzati in un istante, eternamente fissi in un presente che non esiste più. Ma cosa vogliamo vedere veramente? Le immagini ci offrono solo un'illusione di verità, una realtà filtrata attraverso l'obiettivo di qualcun altro. Forse, ciò che veramente vogliamo vedere è nascosto sotto strati di interpretazioni e significati imposti. E così, tra il già visto e il mai veramente visto, ci muoviamo in un gioco di specchi senza fine, cercando un senso che potrebbe non esistere affatto.  
foto mia pubblicata su Pinterest