salsedine del sogno

Il Palazzo e Gaber, qui, ora

 Ci sono eventi come quelli che stanno accadendo in questi giorni che mi ricordano le mie prime volte di alcune canzone ascoltate.

Ero a Firenze a casa di zii e mi ascoltai la prima volta credo, Giorgio Gaber. Tutto l’album “polli d’allevamento” e altro ancora. Per un adolescente ascolta quel sarcasmo spietato verso il modo italiano di far politica era un po’ dare forza al quel misto di schifo e rabbia che già bruciava dentro.

Sono passati oltre trent’anni ma quelle canzoni, quelle parole di Giorgio Gaber, sono qui, ora e merita riascoltarlo.

“gaber” questa foto appartiene a musica nidi

mi sono vaccinato

 Oggi ho fatto il vaccino. Mi ritengo fortunato, in quanto persona che lavora nei servizi socio-assistenziali.

Ma con tutto quello che continuiamo a sentire in giro sembra un’operazione non facile. Le facce di chi lo aveva appena fatto sembravano contrastate tra una liberazione e un “Chissà che accadrà?” e a toccarsi, massaggiarsi il braccio dove è stato fatto il vaccino.

Nei giorni scorsi ascoltando i vari talk sono state date informazioni circa il “...E poi non si sa quando faranno il richiamo al vaccino!”.

Appena terminata la vaccinazione l’infermiera mi ha consegnato il foglio che attestava la vaccinazione e l’appuntamento con il giorno e l’ora per fare il richiamo.

Sembra più facile morire di pandemia che ricevere un’informazione corretta e fare il tifo non per andare alle elezioni ma per salvarci tutti la pelle.

"vaccino-covid" questa foto appartiene a Radio Alfa

America, il sogno è altrove

 Siamo cresciuti con il sogno americano di un paese con mille grattaceli, autostrade megagalattiche, il ponte di Brooklyn visto mille volte in tv, nei libri e nelle famose chewingum.

Poi l’America ha fatto vedere anche le sue pistole (vere!) in ogni casa, i suoi missili e la sua storia tutt’altro che pacifica.

Poi ieri sera si è messa a nudo con quelle scarpe sopra lo scranno del parlamento e tutto quel che resta di un sogno che non era uno sogno.

I sogni sono altrove.

"Il Ponte di Brooklyn - Brooklyn Bridge" questa foto appartiene a Matteo De Felice

Croupier e le decisioni degli altri

Pensando a un po' di confusione in testa mi esce la parola “croupier”, ovvero quel signore che in un casinò gestisce il gioco, accetta le scommesse, serve al tavolo, controlla i giocatori…

Giocare è una cosa piacevole, magari più da bambini che da adulti e nel gioco c’è sempre qualcuno che conduce con la sua fantasia, il suo modo di rispettare o far rispettare le regole…

Nel gioco si vince o si perde e il croupier con il suo rastrello dirige le fiches dallo scommettitore al vincitore quasi mai lo stesso…

Nel gioco come nella vita ci sono tanti punti di vista, troppi!

Alla fine pochissimi di questi diventeranno decisioni definitive e per il croupier sono solo altri giocatori che seguiranno.

“The Croupier” questa foto appartiene a Jean-Jacques Halans