pandulce

LA MONTAGNA BLU - Nicanor Bolet Peraza - Caracas 1893


- Lodato sia il Signore, - dice lui bussando la porta della capanna. - Per sempre sia lodato, gli risponde da dentro una voce angelica, proprietà adorabile di un angelo senza ali che le apre la porta di quel palazzo incantato. La fanciulla è bella, il giovane pieno di passione; la cena è generosa e il letto piacevole. Sogna il cacciatore con gli occhi azzurri della sua bella montanara, e lei sogna con gli occhi nerissimi del gagliardo ospite. La mattina è fresca, ma le labbra ardono. Hanno sete di baci; alla fine come succede a due colombe amanti che li vicino strofinano le cime con i loro desideri, l’esempio d’amore viene preso alla lettera, e scoppia un raggio sulle labbra di entrambi. La capanna si illumina con luci d’oro, i fiori selvaggi aromano con le loro essenze e riempiono di balsamo quell’altare d’amore e gli uccelli del bosco, in coro, cantano l’inno della vittoria della natura immortale. Sono trascorsi dei mesi e il cavaliere non ha lasciato neppure un giorno la capanna incantata. Un vecchio monaco di lunga barba, lo stesso che sposò Matilde con Malek Adel, lo stesso che sposò Giulietta con Romeo, lo stesso che non ha altro scopo che benedire gli amori dei romanzi, benedice l’unione di questi due amanti avventurosi. La dolce luna comincia a calare, come torta servita a bimbi golosi. La rustica fanciulla, non è così poco avveduta da non rendersi conto del fastidio atroce che si impossessa del suo bel cacciatore. Diverse volte ha sorpreso nella sua prima passionale bocca, lo sbadiglio vile della sazietà matrimoniale. - Cos’ha il mio amato, cosa desidera il mio signore? Gli dice con accento di tenerissimo lamento. E lui; senza divorare con baci il suo collo adorabile; senza neppure guardare quegli occhi meravigliosi, che sembrano due cieli supplicanti, pensativi e sospiranti le risponde: -Vedi quella montagna blu che si inerpica lontano? Voglio andare là. Il verde perpetuo di questa montagna mi stufa. Quella è blu; Come si deve vivere bene in una montagna blu!
Guardò indietro sospirando, e la sorpresa gli strappa un grido di dolore. La montagna blu aveva traslocato. La vedeva lì, proprio lì dove aveva lasciato la sua amante morente di dolore. Il cavaliere diresse y suoi faticosi passi verso quella cima, avvolta nella garza celeste delle nebbie, vestita di illusione. Quando raggiunse la capanna non uscì più ad aprirle la porta la fanciulla amante. La chiamò con il suo nome, la chiamò con i cento nomi teneri che solo l’amore può inventare, ma lei non rispose più. L’aveva uccisa il suo cavaliere ingrato con la stanchezza del suo amore. Il palazzo incantato era in rovine e davanti alla solitaria porta saltava quella lepre, che tra salti e burloni giravolte al cavaliere diceva: - Scostante cacciatore; inseguimi! e ti porterò davanti a ciò che sa ingannare come te: la montagna blu! Traduzione: Pandulce