FRANCESINA

Post N° 6


I primi mesi erano passati e Marianne aveva avuto modo di abituarsi a quella nuova realtà velocemente, in un posto dove tutto sembra fermo e tu in movimento, era impossibile restare immobile. Le giornate iniziavano a farsi più lunghe, l’aria meno fredda e in ufficio ormai era entrata in simbiosi con tutti, non era difficile per una come lei, con quel suo modo elegante ma così sensibile e sbarazzino, il suo fascino intrigava e faceva arrossire per sino davanti a un banale buongiorno. Nei mesi aveva scambiato poche parole con tutti in un pomeriggio, dove il lavoro era meno carico scese al bar. Prese la sua borsa, indossò il cappotto e raggiunse il bar. Sedeva generalmente in un tavolino nell’angolo finì in velocità il caffè e riprese la strada per l’ufficio, fu una voce a frenare i suoi pensieri “Ha da accendere?” figurati cosa potesse significare per lei. Non aveva mai fumato. Ma la cosa l’intrigò. Lui non si fermo più di tanto ad arrovellarsi, ma quella donna aveva, a suo dire,  un maledetto modo di fare che lo incuriosiva, l’aveva notata nei mesi passati, la sua sigaretta fumava, diede un calcio ad una lattina sulla strada di casa e riprese la sua via. Le spalle erano parallele dietro di loro, lui fermo su quel lato di strada a pochi metri, ma non provò quel desiderio malsano di correrle dietro a chiederle scusa o vattelapesca parole di quel tipo, continuando, così a scalciare quella lattina, pensò che qualche frase in più l'avrebbe anche potuto scambiare, d'altronde lei era rimasta troppo sulle sue e lui detestava gli slanci nel buio. Nei mesi l’aveva notata, era bella, frizzante e poi aveva un'aria da cattiva che gli incuriosiva, ma erano peccati che non le avrebbe mai detto, non in quella circostanza. In quell’istante, Marianne, ruotò il viso perpendicolarmente al suo quadrante, lo vide ancora passeggiare, incuriosita si voltò e con descrizione gli urlò: "Ei,mi scusi un attimo!" Il viale si aprì in due nello stesso punto, esattamente come si erano conosciuti. Sentì la sua voce d'improvviso nell'aria. si voltò e dall'altra parte della strada, la rivide. Avevano in realtà preso direzioni diverse pur rimanendo sulla strada. Questo lo spiazzò. Le andò incontro con un'aria schiva ma al tempo stesso divertita. Lei con un leggero sorriso tra le labbra aspettava ogni suo gesto. La sua prima parola. Furono vicini fino al punto in cui ignorarsi era impossibile. Rimasero di sasso per qualche secondo fu lo squillo del cellulare di Marianne ha rompere l’attesa. Mi scusi il cellulare, suona sempre nei momenti meno opportuni. Era l’ufficio doveva rientrare, nell’imbarazzo, si salutarono con un cordiale buonagiornata e in pochi istanti si spense il tutto. La sera arrivò frettolosa come sempre, e fu solo una volta arrivata a casa che Marianne ripensò all’accaduto. Persa come suo solito nella sua tisana alla vaniglia, ripensò, un po’ stupita dal suo gesto, ma fu un pensiero che le accarezzò solo la mente stuzzicandole un sorriso, spense la luce nella sua cucina e attese il nuovo giorno.