FRANCESINA

Post N° 18


Erano passati due giorni da quell’ episodio, nessuno dei due si fece vivo, Marianne si fece avvolgere dal suo lavoro da passare le notti in piedi per non pensare, per non rendersi conto che quel Paul le potesse mancare così tanto. Il vecchio Paul aveva staccato i ponti col mondo. La mattina si svegliava quella frazione di secondo in tempo per non fare troppo tardi a lavoro. Non rientrava a casa neanche per pranzo, giusto un toast ed una coca-cola alle 13. Aveva lavorato circa 15 ore al giorno e la sera al parco a correre nelle sue vecchie air max e poi pizza in perfetta solitudine nel suo appartamento e tutta la filmografia di Win Wenders fino all'alba, con cellulare spento. Aveva scelto questa terapia per alcuni giorni, sapeva cadere. Marianne non lo aveva cercato, non capiva bene il perchè di questa cosa, tanto meno le andava di ripetersi che non era buona nell'arte dell'amore, avrebbe preso una decisione quel pomeriggio. Finita la riunione avrebbe preso la sua giacca fatto le scale, e l'avrebbe aspettato sotto il suo ufficio, c'era la sua auto parcheggiata sarebbe uscito prima o poi. La vide dalla finestra che dava sulla piazza, nella sua eleganza, nei suo tailleur, dietro quegli occhiali neri, lasciò telefoni e chiavi e porte ancora aperte alle sue spalle, arrivò in strada, si fermò davanti a lei. “ho perso la testa per te!”, le disse, non ebbe molto tempo per capire quello che stesse succedendo, sembrava tutto un illusione, sembravano quelle notti passate sui progetti per non ricordare, invece no, era lui, il suo Paul, lo baciò da farsi mancare il fiato, lo abbraccio e pianse, non si riconosceva più, quella Marianne Donna, lui la strinse con tutta la forza che aveva, le piaceva, perbacco se le piaceva quella donna. Aveva finalmente chiuso in un angolo quell'odioso passato e adesso voleva solo vivere per Marianne. Voleva che lei perdesse la testa per lui, perdendo a sua volta la testa per lei in un uragano di passione e desiderio. Si asciugò quelle stupide lacrime, decise che per la sera aveva fatto abbastanza al lavoro, gli chiese di andare a cena fuori, in un posto che non fosse di nessuno. Lei conosceva una vecchia trattoria proprio lì vicino al porto, una di quelle con pochi tavoli e l'aria di antico, dove le pareti avevano il suono di vecchi racconti di marinai e di donne in attesa di un amore che non sarebbe mai più tornato. Il porto era poco lontano dal suo studio, avrebbero fatto chilometri a piedi pur di fare quel tratto di strada per mano. Arrivarono verso le 21. La trattoria profumava come di salsedine, di rhum e di ricordi. Alle pareti alcuni quadri con delle barche a vela latina, un ritratto del vecchio faro ed una tavola con dei nodi marinareschi. Sembrava di casa quella Marianne, scambiò qualche parola con il ristoratore e si misero sulla terrazzina da dove si poteva leggere il confine di quel mare e fissare la luce del faro, lei gli prese la mano e con una voce sottilissima gli disse che gli era mancato. Quando Marianne si lasciava andare, Paul perdeva letteralmente la testa. Adorava in lei questa capacità di essere ora donna in carriera, ora amante. Le sorrise e le disse” bhe anche tu in effetti…” e si fecero una risata. Lei si avvicinò e gli diede un bacio. Gli animi si scaldarono in fretta, lei aveva questa luce negli occhi da mettere timidezza anche al vecchio Faro, se la risero tutta la sera, le ore passarono velocemente, tra i loro pensieri e quel vino dolce come i loro baci, era già giunta l'ora della chiusura. Rimasero a parlare un pò con Walter, il figlio del proprietario della locanda che dopo la morte del padre stava cercando di tener su l'attività. Ma la vita giù al porto non era più la stessa. I giovani marinai erano attirati dalle attraversate verso i caraibi, i vecchi armatori aveva stabilito le loro basi in altri lidi e troppi delinquenti giravano la notte per quei moli. Le fortune si facevano al nuovo porto turistico, in quelle zone rimaneva solo fantasmi e storie da raccontare. Paul e Marianne ripresero la strada verso casa, contenti d'amore e vino.