FRANCESINA

Post N° 19


L'aria al porto si era fatta più fredda, lei avvolta dal suo cappotto sentiva i brividi attraversare la sua pelle calda. Paul la strinse a sè, fecero un giro giù al porto, si fermarono  su una vecchia panchina a osservare quella pace davanti agli occhi ad ascoltare quello che i loro occhi non erano ancora capaci di esprimere. Era bello il vecchio porto a quell' ora. Avvolto da un silenzio quasi spettrale che si contrapponeva alle luci della città sullo sfondo. Nel molo principale una nave da crociera attendeva gli ultimi lavori di restyling prima di poter essere varata e nei banchine in legno davanti a loro piccole barche di pescatori erano ancora carichi di reti, sembravano quasi beati in quel posto. Si stringevano nella panchina quasi per scaldarsi da quella brezza. Lei si chiuse in sè appoggiando la sua testa al petto di Paul, il suo cuore aveva un suono travolgente, una ninna nanna per i sensi, lui l'abbracciò, non smise mai di accarezzarla, le diede un bacio sulla testa, non avrebbe mai voluto staccarsi da quel momento così magico, avrebbe voluto fermare il tempo e catturarlo. Rimasero lì in silenzio, al massimo si sussurravano pensieri d'amore, fu un attimo il contatto tra di loro, un atmosfera davvero irrepetibile, ma Marianne in cuor suo sapeva che tutto questo era troppo bello e che ci sarebbe stato qualcosa che avrebbe cambiato il loro destino. Il loro modo di stare vicini emanava adesso un profumo diverso, di desiderio, di passione, sentì il freddo salire su tutto il corpo, Paul le chise se avesse voglia di andare a casa, lei si sistemò un pò il cappotto e ritornarono verso casa. Erano le due ormai, l'auto era freddissima, i vetri già bagnati, la radio cantava un vecchio pezzo di Luca Carboni, le luci della città erano quasi spente e le vie quasi deserte. Marianne abitava poco lontano da lì, arrivarono in fretta. Lui spense l'auto e in gran velocità scese dall'auto, Marianne non capì tutta questa furia, se lo ritrovò sul fianco destro e con cura le aprì la portiera e con un sorriso aggiunse "Madama Marianne!". Lei uscì e gli fece un inchino per ringraziarlo, si diedero un bacio sotto quel cielo carico di stelle.  Non sapeva come gestire quella situazione, si sentiva davvero imbarazzata davanti a un "Paul, sali?", ma lui aveva letto nei suoi occhi il desiderio di restare ancora un pò insieme, fecero le scale in gran velocità,  arrivarono nel pianerottolo al secondo piano, davanti alla porta già si baciavano come matti. Non erano ancora entrati in casa che già si stringevano e si desideravano. L’appartamento era sempre così profumato sembrava di vivere in un campo di viole, Marianne viveva in un disordine da Prima Signora che ti faceva sentire a tuo agio, Paul le sfilò il cappotto di dosso, voleva sentire il suo corpo più vicino al suo, lei cercava mentendosi di sfuggire ma era di passione che aveva sete, rimasero come incollati dietro la porta che si era chiusa alle loro spalle. Il cappotto di Marianne in terra. Quell'energia nell'aria ad ogni loro nuovo incontro. Si baciarono con un desiderio nuovo. Li in piedi ancora davanti all'ingresso, Marianne sbottonò la camicia di Paul, bruciava di desiderio Marianne quella notte. Si trascinarono in salotto dove fu il loro primo incontro di passione, lui sentì i suoi seni vogliosi attraverso la sua camicetta di seta blu, non smise un attimo di baciarla,le sue mani che cercavano quelle curve già una notte lo fece impazzire sbottonò la sua camicia ancor prima di arrivare sul divano, le tolse il reggiseno e baciò con forza il suo seno, morsicò i suo capezzoli, mentre le mani di Marianne si fermarono sulla sua testa come per implorarlo di continuare. Lei mandò indietro la testa, i suoi capelli come rapita da un'eccitazione improvvisa. Sentiva un calore improvviso sulla sua pelle, bramavano dal desiderio, sembrava che fosse la prima volta che i due corpi avessero un contatto del genere, ma lui lo conosceva già, anche se fu solo una notte la loro, sapeva riconoscere quel desiderio.