Mary's Blog

vecchio diario MESE FEBBRAIO


28/02/06 Auguri Ale è la tua prima settimana di vita!! qualche e foto  e tanti baci. E' arrivato in dono il fasciatoio: finalmente, non se ne poteva più di cambiarlo piegati in due sul lettone stile orientale di mamma e papà! Grazie nonnona Matilde!!! 27/02/06 devo proprio ringraziare le neo-nonne, senza il loro aiuto sarebbe un bel problema. Nonna Anna Maria in questi giorni dorme a casa con noi e provvede alle faccende domestiche, a calmare i pianti del piccolo Ale e a coccolarmi un po'; nonna Patrizia ci aiuta invece con la spesa e ci prepara saporite e nutrienti cenette. 26/20/06 Oggi sono venute le bisnonne, nonna Matilde e nonna Tetta, a trovare il loro nipotino: non immaginate l'emozione! Tutto naturalmente testimoniato da foto e filmini. Scoperta la più grande passione di Alessandro... fare le ninne con il Papà : click 24/02/06 Siamo stati dimessi dall'ospedale! Ale sta bene, ha avuto un calo fisiologico di 2 hg ma il suo peso ora è di nuovo in aumento. Alle 15:30 Alessandro ha fatto ingresso nella sua nuova casa ... PRIMA NOTTE INSONNE 21/02/06 ALLE ORE 14.10 NASCE ALESSANDRO RICCI.  Dopo 12 ore di travaglio vede la luce il piccolo Alessandro. Pesa 3 chili e 300 grammi, è lungo 49 cm; i capelli sono radi e molto chiari, gli occhi non si sa (speriamo li abbia presi dal papà!). Appena nato, l'ostetrica me lo ha messo sul petto: incredulità e meraviglia hanno sopraffatto me e Simone. Alessandro ha tirato su la testa e con occhio accigliato ha guardato prima me poi il papà quasi a rimproverarci di aver impiegato così tanto tempo per farlo nascere.  La prima impressione di tutti è che assomigli a papà Simone; di me, quasi una beffa, sembra che abbia ripreso ben poco... ad occhio e croce soltanto le mani! Dovrò farmene una ragione... 20/02/06 Appuntamento alle ore 10 all'ospedale di Marino per il consueto monitoraggio, ma questa volta decidono di ricoverarmi perchè l'intensità e la regolarità delle contrazioni sono indicative di un travaglio iniziale. Fortunatamente Simone è con me in ospedale. Trascorre così il pomeriggio e parte della notte. Verso le 23 le contrazioni diventano più dolorose e dopo essermi contorta per un'oretta nel letto inizio a passeggiare per il corridoio deserto. Alle 2 si rompono le acque e vengo portata in sala travaglio; le contrazioni aumentano rapidamente di intensità e frequenza. Nonostante l'ostetrica di turno mi abbia detto di non avvisare ancora nessuno, sopraffatta dal senso di abbandono, chiamo Simone a casa che si precipita in ospedale. Poco dopo arrivano anche mia madre, mio padre con mio fratello e mia sorella. Tutto quello che è successo dopo non riesco a ricordarlo con precisione: il tempo si è appiattito, nell'attesa semi-incosciente della contrazione successiva. Il parto è una questione meramente mentale: ci vuole concentrazione per non perdere il ritmo della respirazione che permette un minimo controllo sul dolore. Simone e mamma si sono alternati per darmi sostegno, solo psicologico ma fondamentale, durante il lungo travaglio.