MARIA VALTORTA

UNA DELLE TESTIMONIANZE DEL BEATO P. GABRIELE ALLEGRA


Dal suo diarioMartedì e Mercoledì Santo, 9-10 aprile 1968, MacaoIl poema dell'Uomo-Dio di M. Valtorta è stato pubblicato come un romanzo, e spero che a tal titolo continui a ristamparsi e spesso nell'avvenire, ma non è un romanzo. È il complemento delle quattro tradizioni evangeliche e la spiegazione di esse. Questa spiegazione a volte cl sorprende, cl sembra cosi nuova, cosi vera e cosi energica che siamo tutti pronti a trascurarla. Si tratta di rivelazioni private! e poi fatte a una donna! E noi uomini, noi sacerdoti, sappiamo bene imitare in ciò gli Apostoli, che chiamarono delirio di femminette la visione che esse ebbero del Cristo Risorto. Certo S. Paolo nell'elenco dei testi della Resurrezione esclude le donne, ma i Vangeli danno invece ad esse una parte preponderante. Però tutti i sacerdoti in questo vogliono imitare S. Paolo! Ora il Poema dell'Uomo-Dio non merita davvero di essere negletto con quella superba sicurezza e con quel sussiego, che è la caratteristica di molti teologi moderni. Nella Chiesa c'è lo Spirito e ci sono quindi i carismi dello Spirito. Io penso che solo per un carisma dello Spirito Santo, solamente col suo aiuto una povera donna ammalata, di cultura biblica limitata, poté nello spazio di tre anni scrivere ventimila pagine che, stampate, equivalgono a dieci volumi: e quali pagine! E noto pure che certi discorsi del Signore, dei quali nei Vangeli è solo accennato l'argomento principale, sono sviluppati in quest'opera con una naturalezza, con una concatenazione di pensiero così logica, così spontanea, così aderente al tempo, al luogo, alle circostanze, che non ho trovato nei più famosi esegeti. Cito solo il discorso del Signore con Nicodemo e quello del Pane di vita. Ma gli esegeti, seguaci del Metodo della Storia delle forme, non si umilieranno mai (!) a dare uno sguardo a quest'opera, dove con una facilità meravigliosa vengono sciolti molti problemi e rifatti tanti discorsi dei quali purtroppo ci resta solo il tema. Insomma ritengo che quest'opera della Valtorta merita almeno quell'attenzione che i teologi prestarono alla Mistica Ciudad de Dios della Ven. Agreda, alle Rivelazioni della Ven. A. C. Emmerich e a quelle di S. Brigida. Nessuno mi potrà far credere che una povera inferma, solo in virtù del suo fervido sentimento religioso, abbia scritto il Poema, tanto più che i diversi quadri o scene della vita del Signore essa non li vide in ordine cronologico ma contro invece un tal ordine, sparse o rappresentatele confusamente per lo spazio di tre anni. Quale fu questo carisma, quali le sue dimensioni? Come lo strumento umano cooperò con esso? Cosa viene dallo Spirito attraverso la mente e il cuore di una pia cristiana, e cosa è frutto esclusivo della psiche della Valtorta? E perché Gesù, nella ipotesi di visioni soprannaturali, adopera il linguaggio di un teologo del secolo XX e non quello del suo tempo? Ha voluto forse insegnarci cosa si trovi nelle Sacre Scritture e come bisogna esprimerlo oggi? Tante questioni che meritano di essere studiate e meditate, prima di esporre ragionatamente come il Poema dell'Uomo-Dio non contraddica mai al Vangelo, ma lo completa mirabilmente e lo rende vivo e potente, tenero ed esigente. Determinata bene la natura del carisma dello Spirito e la realtà della sua azione in Maria Valtorta, quale atteggiamento deve assumere il cristiano leggendo queste mirabili pagine evangeliche? Mi pare che si imponga la stessa conclusione pratica per chi ha letto e studiato i documenti della Storia delle Apparizioni di Paray le Monial, Lourdes, Fatima, Siracusa... E con lo stesso grado di fede, e nella misura che Gesù Signore e la Chiesa lo desiderano, io ci credo.