lascia che sia....

Post N° 396


Mio padre ha coltivato per molti anni un terreno a vigna , in riva al mare .Al centro una grande casa ad un piano , adibita a cantina , che ogni anno mia madre trasformava in casa delle vacanze : lì , io e i miei 3 fratelli , abbiamo trascorso le nostre estati da bambini . Ricordo ancora la sensazione dell'uva nelle botti , che per divertimento , i grandi ci facevano schiacciare con i piedi ( mia sorella , la più piccola , piangeva regolarmente perché mio fratello le diceva che le puzzavano i piedi !) ; alla fine dell'opera si saltava fuori appiccicosi come Big Babol . La mamma , allora , ci lavava sul retro della casa , con l'acqua riscaldata al sole nella damigiana .La mia isola felice era una grande amaca di corda, legata fra due alberi in fondo alla vigna , a ridosso del muro di cinta , fra le canne d'india e un tiglio secolare ; ci trascorrevo pomeriggi interi , solitamente sola , con il naso al cielo , mentre bevevo i mille colori che mi avvolgevano, cercando di dare un nome alle nuvole . E’ stato in quel angolo tutto mio che ho imparato ad abbracciare gli alberi : occhi chiusi , la guancia sulla corteccia , i piedi nudi a terra e in silenzio... ascoltavo.nella foto Giulia 5 anni