Quante notti...

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In bocca ho ancora il sapore del dentifricio mentre accendo distrattamente la prima sigaretta della giornata. Contrariamente al solito… questa mattina mi sono alzata presto, senza un motivo preciso… senza un perché particolare. Sono seduta al bar della piazzetta e mentre aspetto il caffè giocherello con l'accendino rigirandolo tra le dita. Non ho pensieri… sento solo una certa malinconia immotivata che mi siede accanto come un'amica che non vedo da qualche tempo e alla quale non so che dire. La nascondo dietro gli occhiali da sole che non riescono a filtrare completamente la luce del sole… ma sono buoni a schermare i miei occhi dall'esterno. Indosso dei pantaloncini e mi sento scivolare addosso gli sguardi indiscreti degli uomini… e il loro sorriso di complicità… l'estate per molti, è il periodo della trasgressione, tutto questo è normale in una società di omologati e conformati… in una società dove maschi e femmine si muovono seguendo l'odore degli ormoni come cani che esplorano il territorio mettendo le narici ovunque. Accendo la seconda sigaretta dopo aver bevuto il caffè… adesso il sapore del fumo si mischia con la caffeina e le sensazioni sono più forti, il piacere più intenso. Mi sento osservata, un uomo mi fissa aprendo il suo volto a un sorriso che forse pensa sia il suo migliore in queste circostanze… e mentre lo guardo… scavalla le gambe e si alza per avvicinarsi… sorrido… mi ricorda Humphrey Bogart nel film Casablanca, la sigaretta fra le dita, il braccio piegato a sostenerla in una posa pseudo naturale… lo sguardo sicuro di sé, gli manca solo l'impermeabile. In altri tempi mi sarei divertita a prenderlo in giro… oggi invece accendo la terza sigaretta e mi alzo… non vedo più il motivo per rimanere ancora qui. Il telefonino squilla, sembra che tu abbia sentito i miei pensieri, ho bisogno del tuo sorriso in questo mondo così uguale… prevedibile e banale.