Quante notti...

E’ nella natura delle persone intelligenti, sensibili, creative, sognatrici, inventarsi voli sempre nuovi in cerca di sconosciuti e misteriosi universi da esplorare. Ed è davvero inutile fuggire quando si sa che l’invadenza delle nostra anima ci raggiungerà ovunque e comunque. A volte non si è soli in questo nostro vagare, in questo desiderio di esplorare. Le correnti d’aria che produciamo sono parole, pensieri, accenti diversi che in qualche modo cercano di comunicarsi. Non si è soli, mai completamente soli, nemmeno nella fantasia. C’è sempre qualcuno che ha voglia di cantare la tua stessa canzone, che si unisce al coro della leggerezza intesa come pausa dal reale. Ma vi sono momenti che anche la leggerezza diventa insostenibile con la pesantezza e la stanchezza del nomade errare. Ed improvvisamente i minuti si trasformano in anni senza quasi che ne accorgiamo… e quel domani di vele al vento gonfio di attese, di aspirazioni, diventa mai! Costruiamo paradisi transitori, artificiali e purgatori di assenze… E in questo nostro andirivieni, in questo nostro modo perpetuo, scorrono le nostre depressioni e le nostre esaltazioni. Ci cibiamo di eternità con la presunzione di ignorare persino Dio, ma altro non è che uno squallido, ma umano tentativo di esorcizzare la paura della morte… ! In fondo sappiamo benissimo che una lucciola non potrà mai sostituire una stella e crivellare il cielo. Ma si sa, la speranza, nonostante tutto, continua a sopravvivere. Speranza che la nostra ombra di noi stessi possa un giorno materializzarsi davanti alla prospettiva di una passione vera, intensa, di grande spessore. Perché i poeti pensano e sognano solo alla grande. E se il cielo non basta, ci si trasferisce nel mare, che come il cielo, nasconde abissi di mistero e ti confonde con la vastità dei suoi oceani… e ti ammalia con i suoi ingannevoli canti di sirene…! “La nave ha già lasciato il porto e dalla riva sembra un punto ormai lontano. Un uomo anche questa sera torna deluso a casa piano piano. Un giorno dopo l’altro la vita se ne va… e la speranza ormai è un’abitudine”. Questi versi appartengono ad una canzone di Luigi Tenco, quasi un inno al non senso della vita. Ti esprimo i miei più sinceri complimenti per questo tuo post che ritengo sia un bellissimo spaccato di vita. Una confessione a cielo (o mare…) aperto…! Una stupenda poesia in prosa con dei passaggi che davvero lasciano il segno per il loro spessore artistico. Ti abbraccio forte. Eu