Marocco low cost

Paghiamo 200 dirham a testa per un’escursione in jeep fino alle cascate di Ouzud (agenzia Sahara Adventures). Le cascate sono spettacolari, puro spettacolo naturale. Scendendo in basso invece il panorama cambia, con piscine di acqua marrone dove i bambini si tuffano con entusiasmo, mentre famiglie intere si sono accampate sotto gli alberi portandosi da casa tappeti, cibo e teiere. Sembra di stare nella versione araba di un film di Kusturica: un ponticello di metallo collega le due rive in modo decisamente precario, mentre zattere di latte di metallo abbellite da fiori di plastica solcano l’acqua. Bambini e donne vestite e velate fanno il bagno, intorno più che un campeggio sembra un campo nomadi, uno spettacolo umano che contrasta decisamente con la purezza delle cascate

Partiamo da Marrakech verso Essaouira, località di villeggiatura ex-hippy affacciata sull’Oceano.

Tutti ci hanno detto che è difficile trovare posto per dormire, quindi accettiamo la proposta di un ragazzino: una stanza a casa sua con la famiglia, in una grande casa con terrazzo, cane, gatto e tv sempre accesa. Il bagno non è proprio il massimo, ma costa 150 dirham e va bene così. La cittadina è compresa all’interno delle mura, i cui bastioni si affacciano sull’Oceano terminando in una grande piazza dove alcuni chioschi-ristorantini fanno il pesce alla brace (60 dirham un menu abbondante, di più se scegli il pesce). Il mare non è il massimo, una baia piuttosto affollata. 

Il giorno dopo andiamo a Sidi Kaouki, una spiaggia a circa 30 km di distanza dove si dice sia stato anche Jimi Hendrix. Qui il mare è molto più bello, in compenso il viaggio in pullman è devastante, specialmente quello del ritorno (linea 2 – 6 dirham), una vecchia corriera presa d’assalto dalla gente.

Al ritorno scopro una canzone di Amparanoia che si intitola come la spiaggia e dice “siento che el mundo se termina aqui, en la playa en el sol de Sidi Kaouki”.

Il 18 di agosto inizia il festival dei Giovani Talenti della Musica Gnawa, in piazza. Andiamo a sentire ed è pienissimo di gente, d’altra parte si tratta di un genere tradizionale e ad Essaouira pare che chiunque sia un musicista. Però, proprio l’ultima sera, ci fregano. La cosa è abbastanza spiacevole non tanto per i soldi ma per la fiducia che avevamo dato, a torto, a una persona: un ragazzo che ha un negozio di fianco alla casa dove stiamo e che per 3 giorni ci ha detto di essere il fratello di quello che ci ha affittato la stanza, chiacchierando sempre gentilmente con noi, in inglese. La sera del festival ci invita ad una cena, dice che costa 100 dirham a testa e noi glieli anticipiamo. Ci da un appuntamento in piazza: naturalmente non lo vedremo mai, e il giorno dopo partiamo. La cosa ci delude parecchio. Probabilmente non abita in quella casa, ma probabilmente è d’accordo con l’altro ragazzo, sa che partiamo la mattina dopo presto, fiuta l’affare e non se lo lascia sfuggire.

Pullman CTM fino a Casablanca, prendiamo un taxi per andare alla Moschea di Hassan II, un edificio enorme e lussuoso come un albergo 5 stelle, costruito nel ’93 e con raggi laser che proiettano luce dall’alto minareto (dice la guida). L’ingresso per gli stranieri costa 120 dirham: rinunciamo. Prendiamo un bus fino a Casa Voyager e il treno per l’aeroporto Mohammed V. la nostra avventura marocchina è finita.