~ She.

I se della vita.


   Ho finito ieri sera di leggere “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini, e non ho potuto evitare di scrivere qualcosa a riguardo.Un libro (bello) crudo e reale, terribilmente reale. Forse troppo per me che mi sono immedesimata (con qualche lacrima amara) in molte delle situazioni raccontate. Più che altro nei pensieri della protagonista. Una donna apparentemente forte che non poche volte si lascia sopraffare dalla debolezza. Gemma che è tante donne reali, che è anche un po' me. Mi sono ritrovata nella sua disperazione, nel suo accanimento verso ciò che non può avere, nei suoi tentativi (a tratti egoistici) che la allontaneranno da quello che credeva un punto fisso.E lì, riflessa, vedo la mia paura, che a volte torna ma che con il tempo imparo ad affrontare, così come ha fatto lei. Una donna che per tutto il libro è alla ricerca del suo Io perso chissà dove negli anni e che in un giorno d'estate trova le risposte cercate per una vita intera. Alla fine del percorso le rimarrà quel peso sulle spalle, una pietra dura e difficile da portarsi dietro.Ma quella pietra grava su tutti nel libro. Gojko, il poeta innamorato e maledetto dalla guerra del suo paese (Sarajevo). Diego il fotografo squattrinato diviso tra l'amore per la vita di sempre (Gemma) e quello per la “pecora” Aska, un punto luminoso che, spento all'interno dalle violenze dei cetnici, lo aiuterà a sopravvivere tra cecchini e granate. E Pietro, il “ragazzo di oggi”, con gli occhiali da sole e Vasco nelle orecchie, quell'adolescente ancora un po' bambino nell'anima, che si porta dietro un padre che non c'è. Giuliano, che convive giornalmente con il passato della moglie e quel figlio non suo.Poi ti viene da riflettere. Capita così, in un giorno qualunque per tutte le altre persone, veniamo al mondo in poco tempo: abbandoniamo quell'utero che ci aveva così teneramente protetto per nove mesi e ci mettiamo nella mani di un destino che a volte sa essere davvero bastardo. Ci passano davanti agli occhi i giochi, la gente, le lacrime false e quelle che invece sono talmente vere da stringerti il cuore in una morsa. Quel cuore che, codardo, si rassegna il più delle volte e si lascia trasportare, insieme al corpo, in una spirale continua di eventi, possibilità, rimpianti e rancori. Ci “buttano nel mondo” sconosciuto ed effimero , così come viene. Tutta un probabilità, un chiedersi “perchè a me?”, “come sarebbe andata se...”. Sono i se della vita con cui impari a convivere giorno dopo giorno; quel grosso punto interrogativo che è l'esistenza umana.