Ti diverti, ridi, c'è una bella atmosfera nell'aria, senti la gente parlare, i clacson suonare, la città viva. Mangi un piatto di pasta, di più non ti va, bevi il primo cocktail che non riesce nemmeno a metterti un po' di sana allegria addosso. Lo sguardo, in ogni momento vuoto, va a finire altrove e così anche la testa. Vorresti essere vitale come sempre ma non ci riesci, cacchio. E così ti ritrovi a passare una serata con un po' di malinconia e soprattutto un bel po' di ansia per il doverlo rivedere.Esci e prendi aria. Senti il vento fresco che ti fa venire i brividi. Sarà solo il vento?Lo vedi arrivare, il suo viso leggermente abbronzato, il suo corpo, quello che fino a qualche mese fa era anche un po' il tuo, i suoi occhi. Riesci a guardarli? No. Così come quando vi siete lasciati, anche stasera non riesci a guardarlo negli occhi, perchè fa male, perchè hai paura di ciò che potresti trovare.Lo vedi lì, lo senti ridere, non riesci a resistere e ridi alle sue battute, la città continua ad essere viva, ma è come se fosse tutto ovattato. Nessuna frase, nessun riferimento, niente. E' come se tu non fossi lì. Dopo mesi, la frase più lunga che ti rivolge è “Ciao Marty”.Ti ritrovi a camminare, a fermarti in mezzo alle persone, a isolarti senza volerlo per vedere se lui ti segue, ti cerca, ti batte un dito sulla spalla giusto per chiederti “Come stai?”.Poi per sbaglio si gira, proprio mentre tu, dietro a un paio di persone lo stai osservando cercando di capire com'è lui senza di te. Ti guarda e sorride. Non puoi fare altrimenti. Ricambi, ma lo sguardo non regge.Un altro frozen, due risate, hai lo stomaco in subbuglio perchè ora dovrai salutarlo. Torni a casa. Hai una rosa rossa in mano, quella che un paio di amici hanno pagato (forzati) al ragazzo delle rose. E' quasi appassita, i petali sono deboli, si potrebbero staccare con un semplice soffio. E' fragile, un po' come me ora. La parte forte ora non riesce a prevalere. Ma è colpa di quell'indifferenza, colpa di tutte le frasi mancate, colpa di quel maledetto sorriso. Disilluso, deluso, triste, felice? Qual era il significato Beppe? Cos'hai dentro quella testa? Mi pensi, ti ho ferito, ti ho deluso? Quante domande che avrei voluto fargli. E avrei voluto urlagli che non sto più con quello, cercare almeno di non fargli pensare a me in modo negativo. Avrei voluto sentirlo vicino in qualsiasi modo. Io non c'ero più. O forse ci sono ancora troppo. Quello potrei capirlo solo dai suoi occhi.Anche se non cambierebbe le cose.
Due frozen dopo.
Ti diverti, ridi, c'è una bella atmosfera nell'aria, senti la gente parlare, i clacson suonare, la città viva. Mangi un piatto di pasta, di più non ti va, bevi il primo cocktail che non riesce nemmeno a metterti un po' di sana allegria addosso. Lo sguardo, in ogni momento vuoto, va a finire altrove e così anche la testa. Vorresti essere vitale come sempre ma non ci riesci, cacchio. E così ti ritrovi a passare una serata con un po' di malinconia e soprattutto un bel po' di ansia per il doverlo rivedere.Esci e prendi aria. Senti il vento fresco che ti fa venire i brividi. Sarà solo il vento?Lo vedi arrivare, il suo viso leggermente abbronzato, il suo corpo, quello che fino a qualche mese fa era anche un po' il tuo, i suoi occhi. Riesci a guardarli? No. Così come quando vi siete lasciati, anche stasera non riesci a guardarlo negli occhi, perchè fa male, perchè hai paura di ciò che potresti trovare.Lo vedi lì, lo senti ridere, non riesci a resistere e ridi alle sue battute, la città continua ad essere viva, ma è come se fosse tutto ovattato. Nessuna frase, nessun riferimento, niente. E' come se tu non fossi lì. Dopo mesi, la frase più lunga che ti rivolge è “Ciao Marty”.Ti ritrovi a camminare, a fermarti in mezzo alle persone, a isolarti senza volerlo per vedere se lui ti segue, ti cerca, ti batte un dito sulla spalla giusto per chiederti “Come stai?”.Poi per sbaglio si gira, proprio mentre tu, dietro a un paio di persone lo stai osservando cercando di capire com'è lui senza di te. Ti guarda e sorride. Non puoi fare altrimenti. Ricambi, ma lo sguardo non regge.Un altro frozen, due risate, hai lo stomaco in subbuglio perchè ora dovrai salutarlo. Torni a casa. Hai una rosa rossa in mano, quella che un paio di amici hanno pagato (forzati) al ragazzo delle rose. E' quasi appassita, i petali sono deboli, si potrebbero staccare con un semplice soffio. E' fragile, un po' come me ora. La parte forte ora non riesce a prevalere. Ma è colpa di quell'indifferenza, colpa di tutte le frasi mancate, colpa di quel maledetto sorriso. Disilluso, deluso, triste, felice? Qual era il significato Beppe? Cos'hai dentro quella testa? Mi pensi, ti ho ferito, ti ho deluso? Quante domande che avrei voluto fargli. E avrei voluto urlagli che non sto più con quello, cercare almeno di non fargli pensare a me in modo negativo. Avrei voluto sentirlo vicino in qualsiasi modo. Io non c'ero più. O forse ci sono ancora troppo. Quello potrei capirlo solo dai suoi occhi.Anche se non cambierebbe le cose.