Il nostro amore adolescente era il più grande del giardino, davanzale fiorito, prato con occhi infiniti, papavero in un campo di grano, lieve brezza, attrazione, estasi, sessualità e luce bianca, nudità che non rubava nulla al cielo, pentagramma di note innocenti, filigrana sotto la pelle di due fogli bianchi. Talvolta trastullone, spesso nuvolesco e in subbuglio, e poi maturato con il tempo. Ora gustiamo la sua dolcezza diversamente, con più maturità. Ne abbiamo intriso anima e corpo. Si è fatto vento e fuoco. E nel dipingerlo, nel parlarne, nel viverlo, non riusciamo sempre a rafforzarlo, condurne, contenerne l’irruenza: l’amore ci guida più che lasciarsi dirigere. Vi auguro una buona settimana Santa, e che Dio vi benedica.