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Geni italiani: Renzo Piano

Post n°406 pubblicato il 28 Ottobre 2005 da samira2
Foto di la_sera_su_marte_4

Pubblicato da: suede68   il   2002-09-10 18:16:46   L'articolo e' stato letto 10 volte


 

Renzo Piano ambasciatore dell’Unesco

Al via in Svizzera i lavori per il Paul Klee Centre che ospiterà il 40% delle opere dell’artista. A Sarajevo avviati i lavori per il Museo d’Arte contemporanea

di Alessandro Martini

Berna e Sarajevo. Stagione di intensa attività per Renzo Piano, impegnato in edifici per la cultura su più fronti in Italia e all’estero: oltre agli spazi in via di conclusione del Nasher Sculpture Center di Dallas e del Museo Agnelli al Lingotto di Torino che inaugura il 21 settembre, hanno appena preso il via i cantieri di due edifici da tempo annunciati.
Prima pietra al Paul Klee Centre.
Dopo una lunga e complessa vicenda relativa al finanziamento e all’area di insediamento, culminata in un referendum locale nel marzo 2001, il 20 giugno è stato dato il via al museo e centro studi dedicati a Paul Klee nella località di Schöngrün, sulle colline appena fuori Berna, città nella quale l’artista svizzero (1879-1933) ha trascorso la seconda metà della sua vita. Il centro ospiterà circa 4mila opere (dipinti, acquerelli, sculture, schizzi e lavori di amici artisti, come Kandinskij e Feininger) e documenti d’archivio frutto in parte di una donazione della moglie Livia Klee (subordinata alla condizione che il museo sia inaugurato entro il dicembre 2006), in parte di un prestito permanente del figlio Alexander. Realizzato per conto della Fondazione intitolata a Maurice e Martha Müller, nel 1998 finanziatori del progetto con 27,5 milioni di euro e con la concessione del terreno per il Centro, il Paul Klee Centre verrà concluso entro l’estate del 2005, con una spesa prevista di 62 milioni di euro. Il complesso concentrerà la propria attività sui diversi campi di interesse di Klee: oltre alle arti visive, il teatro, la musica, la letteratura e l’educazione dei giovani. L’intervento di Piano coinvolge in maniera totale il paesaggio e la stessa orografia del luogo, prevedendo, secondo lo stesso architetto, «un edificio come un vasto prato, con tre grandi curve», perfettamente integrate nel verde. Le prime due «colline», copertura alle sale ipogee previste al fine di proteggere le opere, spesso molto delicate, dall’illuminazione naturale diretta, sono tagliate da una strada di accesso di più di mille mq, sorta di giardino d’inverno che permette il collegamento interno tra i servizi al pubblico (tra cui caffetteria e auditorium per 300 posti), la sezione del museo dedicata ai bambini (per cui è stata costituita un’apposita Fondazione) e il vero e proprio spazio espositivo permanente, per più di 2mila mq. Le sale per mostre temporanee sono ricavate nel sottosuolo. La terza collina, invece, è destinata al centro studi, alle attività seminariali, ai depositi aperti ai ricercatori e all’amministrazione.
Ponte tra le culture nei Balcani
Per Sarajevo, città martoriata dalla guerra intestina jugoslava, ma tradizionalmente crocevia di etnie e di culture e per questo luogo di recenti sperimentazioni di convivenza e produzione interculturale, è in via di realizzazione il Museo di Arte Contemporanea, che raccoglierà la collezione costituita da donazioni di un centinaio di artisti internazionali (tra i primi ad aver partecipato, Michelangelo Pistoletto), raccolta sotto il progetto «Ars Aevi (Arte dell’Epoca)». Oggi patrocinato dall’Unesco e dal Consiglio d’Europa, e sostenuto anche da numerose istituzioni, enti e aziende private italiane, il progetto è nato nel 1992, nel pieno della guerra e dell’assedio, per iniziativa di un forum di intellettuali capeggiato da Enver Hadziomerspahic, già ideatore e direttore del progetto internazionale «Sarajevo 2000», con l’attuale collaborazione dei curatori e critici Lorand Hegyi, Bruno Corà, Enrico R. Comi, Chiara Bertola e Izeta Gradjevic. La natura di ponte tra etnie e culture, volto al dialogo e alla contaminazione, e di collegamento con la comunità internazionale, è emblematicamente confermata dagli interventi appena avviati: prima tappa del progetto è stata infatti la realizzazione del ponte pedonale che collegherà, nella zona del tristemente noto «viale dei cecchini», l’area residenziale al di là del fiume con il nuovo museo, che con il contiguo Museo di Storia e il costituendo distretto universitario identifica la zona culturale della città. Secondo il progetto di Renzo Piano, coinvolto in qualità di «ambasciatore» dell’Unesco, il piano terreno sarà destinato alle attività pubbliche e ricreative: negozi, bar e ristoranti, un auditorium e un mercato dei libri a servizio dell’Università. Ai piani superiori, in un contesto più intimo e silenzioso, quasi «sacralizzato», saranno allestiti gli spazi museali. Della vasta struttura sono oggi visibili soltanto 18 dei previsti 160 pilastri: date le difficoltà legate al finanziamento dell’intero complesso, Piano ha previsto un progetto che possa essere realizzato e fruito «per parti», anche prima che sia completato nella sua interezza.

(Da: "IL Giornale dell'arte", settembre 2002)

 
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