La sera su Marte

Post N° 1022


Codice da Vinci, silenzio e noia Cannes, critici gelidi all'anteprima A Cannes "Il Codice da Vinci" di Ron Howard (proiettato in anteprima mondiale per la stampa) non ha raccolto alla fine della lunga proiezione (la durata è di circa 2 ore e mezzo) nessun applauso, ma solo apatia e indifferenza. Anzi, nella parte finale i giornalisti presenti si sono pure lasciati andare a qualche risatina. Si aspetta la reazione del pubblico, che vedrà la pellicola alle 23.30. Ma gli occhi sono puntati su "Il Codice Da Vinci" che verrà proiettato due volte in giornata per la stampa e il pubblico. Il film di Ron Howard non contiene alcun segreto: è una riproduzione piuttosto fedele, molto meccanica del libro di Dan Brown che ha venduto quasi 50 milioni di copie. I giornalisti concordano nel ritenere che Tom Hanks è un Robert Langdon che resta sempre a metà tra un bravo professorino e un improbabile Indiana Jones, Audrey Tautou è una crittologa con gli occhi perennemente sbarrati. Ian McKellen è troppo saccente e poco mefistofelico rispetto al Leigh Teabent immaginato da Brown. Il risultato finale è una sequenza di quadri disposti didascalicamente uno dopo l'altro, senza il respiro e la tensione che il romanzo, al di là del valore letterario, indubbiamente possiede. E non è un caso che quando nel sottofinale dopo una serie di succinte lezioni di storia dell'arte, del cristianesimo e del simbolismo, Hanks-Langdon dice a Sophie la frase chiave ("Tu sei l'ultima discendente di Gesù Cristo"), il pubblico, almeno quello dei giornalisti che per primi hanno visto il film a Cannes, è scoppiato a ridere. (da TGCom) Che dire ancora... se davvero il film è la fotocopia del libro non c'è niente di nuovo ... un romanzo triller preconfezionato privo di acuti ... la differenza sta nel fatto che leggendo fai correre la fantasia, guardando un film sei passivo, assorbi una sequela di immagini e basta. ice.