La sera su Marte

La scomparsa di Emilio Tadini


La scomparsa di Emilio Tadini Pubblicato da: suede68   il   2002-10-08 11:56:15   L'articolo e' stato letto 18 volte Modifica Elimina Pare abbastanza incredibile che nei nostri telegiornali sempre più ricchi di pettegolezzi e amenità (il nuovo programma di Pippo Baudo, le nozze della figlia di Aznar, le alterne vicende del calcio, ecc.) nessuno si sia occupato, il 26 settembre, della scomparsa di Emilio Tadini (1927 – 2002). A questo punto, immagino che molti penseranno: “Chi era costui?” Tadini è stato uno dei maggiori esponenti dell’arte e della critica contemporanea italiana. Nato a Milano, nel 1927, si dedicò alla pittura già nella prima gioventù (anni ’50 – ’60), dopo aver conseguito una laurea in lettere. Contrariamente alle correnti in voga all’epoca, egli si dedicò sempre alla pittura figurativa, oggettiva, mai astratta. Tadini delineava un mondo piuttosto onirico, un po’ alla Chagall per dirla in soldoni, dove figure umane danzavano in un’atmosfera rarefatta ed impalpabile. I colori sempre accesi e carichi di un’energia vitale rafforzavano l’idea da lui trasmessaci di un’incredibile “joie de vivre” e di riflessione sul mondo moderno, che lo rendevano unico in quel momento di ricostruzione e miseria del nostro paese. La prima mostra personale fu nel 1961 alla Galleria del Cavallino di Venezia. Ebbe l’occasione di esporre anche nelle più grandi e famose capitali europee e americane: Londra, Parigi, Anversa, Bruxelles e altre. Nel 1978 e nel 1982 partecipò alla Biennale di Venezia. Dal 1997 era Presidente dell’Accademia di Brera. L’ultima grande esposizione personale si è tenuta nella prestigiosa sede di Palazzo Reale, a Milano, in Piazza Duomo, dal 19 aprile al 9 settembre 2001, un’antologica delle sue opere dal 1959 al 2000. Non vorrei però qui tracciare una sterile biografia, che potrete ritrovare cliccando su un qualsiasi portale, segnalo semplicemente che questo “misterioso” Emilio Tadini non era propriamente l’ultimo venuto. Quello che mi amareggia e mi colpisce è che solo le riviste on line specializzate (E NON TUTTE!) hanno segnalato la scomparsa di questo uomo di lettere, di pittura, di civiltà, quasi a testimoniare un sentore che tutti noi proviamo da tempo: in Italia pare non ci sia più spazio per la buona educazione e i protagonisti del nostro patrimonio storico – culturale. Purtroppo lo sappiamo ormai tutti: se non si va in televisione non si esiste più e se non si a, in televisione non ci si va. Se no come esisterebbero quelle fiere di paese che sono ormai diventate le trasmissioni del primo pomeriggio televisivo nazionale? E allora lasciatemi immaginare Tadini arrivare all’ingresso del “Paradiso degli artisti”, bussare con molta educazione, com’era solito fare quando scriveva nelle varie riviste a cui collaborava, chiedere permesso ed essere accolto da tutti i grandi “ormai sconosciuti” artisti italiani defunti, con una grande festa, in onore del nostro Belpaese che fu. Monica