La sera su Marte

Benozzo Gozzoli: secondo atto


Pubblicato da: suede68   il   2003-02-27 11:46:50   L'articolo e' stato letto 10 volte  Concluso nel 2000 l’intervento sugli affreschi nell’abside, è ora la volta di quelli della cappella di San Girolamo, ultimo tassello del recupero complessivo della Chiesa di San Francesco a Montefalco di Patrizia Dragoni Montefalco (Pg). È prevista per la prossima primavera la conclusione del restauro degli affreschi di Benozzo Gozzoli nella cappella di San Girolamo della Chiesa di San Francesco, chiesa adibita a museo civico in cui nel settembre del 2000 fu presentato il restauro delle Storie di san Francesco affrescate dallo stesso Benozzo nell’abside e in cui nel giugno dello scorso anno si è tenuta un’importante retrospettiva sull’artista. Gli attuali lavori, necessari per rimediare ai dissesti provocati sia da infiltrazioni di umidità che da numerose lesioni dovute al sisma del 1997, sono finanziati dal Ministero per i Beni culturali ed eseguiti dalla Coo. Be.C. di Spoleto sotto la direzione della soprintendente Vittoria Garibaldi. Restituito al pubblico nel 1990, a seguito di interventi della Regione e sotto la guida di Bruno Toscano, questo piccolo museo, divenuto una fra le più apprezzate mete culturali dell’Italia centrale, si avvicina in tal modo a compimento grazie anche al progetto, avviato in queste stesse settimane con fondi europei e comunali, di ampliamento degli spazi destinati ad esposizioni, attività culturali e servizi aggiuntivi, mediante il recupero di vasti ambienti sottostanti la chiesa. Tutti i lavori in programma sono condotti in modo da non ostacolare la visita del museo, anzi le impalcature utilizzate per il restauro della cappella vengono utilizzate per visite guidate giornaliere che consentiranno di osservare da vicino la tecnica pittorica usata da Benozzo e l’attività dei restauratori. Le Storie di san Girolamo e santi furono dipinte sulla base di indicazioni iconografiche presumibilmente fornite dal priore del convento fra’ Jacopo da Montefalco, committente degli affreschi dell’abside. Della decorazione originale rimangono oggi le volte, la parete d’altare e l’arco d’entrata. La cappella, difatti, come tutte quelle della navata meridionale della chiesa, fu drasticamente trasformata intorno al 1610, quando venne abbattuta la parete sinistra e quasi completamente annientata, per l’apertura di un nuovo portale, la decorazione della parete destra. Firmati e datati 1452, i dipinti presentano numerosi contatti con quelli della cappella Niccolina a Roma, dove Gozzoli aveva lavorato accanto a Beato Angelico. Sembra, anzi, che per le figure degli Evangelisti effigiati sulle volte siano stati utilizzati gli stessi cartoni impiegati nella crociera della cappella in Vaticano. Anche il finto polittico dipinto direttamente sull’intonaco, meritevole di attenzione non solo per l’efficacia illusionistica di cui il pittore dà prova, ma anche perché documenta l’abitudine, assai diffusa a quel tempo, di far ricorso a tale espediente per evitare le complesse opere di carpenteria, per rendere più brevi i tempi di esecuzione e per ridurre i costi del lavoro, richiama alcune opere dell’Angelico, fra cui, in particolare, la pala realizzata per il convento di San Marco tra il 1438 e il 1443. (www.ilgiornaldellarte.com)