La sera su Marte

Gorky Park


Pubblicato da: suede68   il   2004-10-06 11:13:37   L'articolo e' stato letto 14 volte Modifica EliminaL'ispettore Arkady Renko si trova una grossa gatta da pelare: all'interno del Goky Park sono stati rinvenuti tre cadaveri, freddati con colpi di pistola, sfigurati con un coltello e le dita recise con una trochesi, per renderli irriconoscibili. Intuitivo e intelligente Renko capisce di poter finire nelle grane, quando grazie ad un esame autoptico sulla dentatura di uno dei tre, si scopre che il soggetto è americano. Siamo nella Mosca prima della caduta del muro di Berlino e tutto ciò che riguarda gli stranieri è di competenza del KGB, la polizia segreta. Arkady in passato si è già trovato a fronteggiare il terribile maggiore Pribluda e non vuole riaccendere antichi odii, per cui tenta invano di “rifilare” il caso all'ufficio del KGB. Nel frattempo il matrimonio di Renko va a rotoli: la moglie Zoya lo lascia per un rappresentante del Partito e per motivare il divorzio, dichiara che il marito si faceva beffe, con battute ironiche, del regime, mettendolo nei guai. Renko è sempre più intrappolato in una situazione senza via di scampo: lucido contestestatore del comunismo applicato alla Stalin (le purghe, i gulag, la Lubyanka, gli eccidi di ebrei e di sovversivi, le carcerazioni in Siberia), con avversari temibili come gli agenti del KGB e un mistero che nn vuole risolvere e nn sa come disfarsene. Il caso prende una piega ancora più difficoltosa per Renko quando i sospetti cominciano a confluire su un “amico” americano dell'Unione Sovietica: il commerciante di pellami pregiati Osborne, il quale senza tanti scrupoli è informatore sia del KGB che dell'FBI. Osborne vive fra Mosca e Leningrado quel tanto che gli basta per poter esportare le pelli dei preziosi zibellini russi. In tutto questo, ormai abbandonato il sogno di ricucire un matrimonio ormai finito, Renko conosce e si innamora di Irina Asimova, amica di una delle tre vittime del Gorky Park, sovversiva, cacciata dall'università per polemiche contro il Partito, la quale porta stampata sul volto la “vergogna” dell'essere una contestatrice: un macchia bluastra sotto un occhio, “indice” che il KGB si è “occupato” di lei iniettandole un veleno per renderla semi-cieca. Renko vive con dualismo interiore la sua voglia di giustizia e il suo volersene star fuori da una situazione complessa. Cosa prevale in lui? E' un uomo giusto, un buon investigatore, è attaccato alla legge ma anche al suo paese, che ama più di quanto lui stesso immagini all'inizio del racconto. Il romanzo è bellissimo perché mostra gli aspetti negativi sia del regime comunista che del capitalismo americano senza scrupoli. In mezzo si trova questo giovane ispettore che non riesce ad adattarsi a nulla, vista la sua natura polemica, e nel contempo desideroso di appartenere a qualcosa che non sia solo il suo lavoro. Da leggere.