La sera su Marte

Torino,il Comune boicotta Coca Cola Via i distributori da uffici pubblici


Articolo tratto da tgcom, mi ha colpito non tanto per il nome della grossa azienda, ma per il fatto che questa "crociata", al pari di quella apparsa sul web che promuoveva il boicottaggio dei benzinai "americani", mi lascia molto perplesso sia per la poca coerenza dimostrata che per l'effettiva utilità di queste iniziative. Il Consiglio comunale di Torino ha deciso di escludere dai propri uffici i distributori della Coca Cola in segno di boicottaggio contro le "gravi politiche repressive messe in atto verso i dipendenti in molti paesi dell'America Latina". Il provvedimento, voluto da due consiglieri di Rifondazione e Comunisti italiani, si oppone alla multinazionale che è sponsor delle olimpiadi 2006 organizzate dalla stessa città. Così la mozione è passata puntando il dito contro la compagnia accusata di portare avanti poltiiche repressive verso lavoratori e sindacalisti della Colombia, del Guatemala, Filippine, Pakistan, India, Israele e Venezuela "per raggiungere i suoi fini economici". Ma nell'imbarazzo generale di una città che ha proprio la Coca Cola tra i principali sponsor delle Olimpiadi. E che soprattutto fatica a trovarne altri. Il sindaco Sergio Chiamparino (Ds) ha commentato con amara ironia: "Parafrasando Lenin, che diceva l'estremismo è una malattia infantile del comunismo, io dico che l'infantilismo è una malattia senile del comunismo. E allora coerenza imporrebbe di chiedere che la Coca Cola esca dagli sponsor olimpici, cosa che si sono ben guardati di fare. Incontrerò i vertici dell'azienda per chiedere chiarimenti, ma l'auspicio di quel documento andrà deluso".