La sera su Marte

Via Pasolini


Via PasoliniSi trova in uscita in questi giorni nelle librerie un dvd, prodotto da Rai Trade, intitolato “Via Pasolini”, che vuol essere un excursus nelle diverse partecipazioni televisive del regista, poeta, saggista Pier Paolo Pasolini che narra di se stesso.Sinceramente ci si poteva aspettare di meglio, anche perché se gli spezzoni scelti sono comunque molto significativi (ci sarebbe da chiedersi obiettivamente cosa poteva essere non significativo nelle parole di un genio di tale portata, dove anche le virgole assumevano una valenza espressiva), sono comunque piccole parti di discorsi intellettualmente molti vasti. Se si può utilizzare un ingrato paragone culinario, ci si trova di fronte ad antipasti che stuzzicano l'appetito ma non lo saziano.Ebbene nonostante ciò e di fronte alla delusione iniziale, è importante comunque citare quest'iniziativa perché indubbiamente di grande valore se rapportata al silenzio in cui in tutti questi anni la televisione italiana, e tutti i grandi mass media nazionali, ha ricoperto una delle personalità  fondamentali e fondanti del nostro '900.Si parte con brevi cenni biografici: dal rapporto con il padre, che Pasolini definisce “drammatico”, all'auto-esilio in Friuli dopo la scomparsa del fratello partigiano durante il secondo conflitto mondiale, all'incontro risolutivo con il marxismo.In effetti è difficile selezionare una serie di concetti per cui definire il pensiero del regista, perché anche nelle minuzie le sue parole trasudano sempre un grande respiro e un'immensa originalità non di maniera, ma piuttosto viscerale e vissuta. Concetti mai banali, mai scontati, mai retorici o autocelebrativi, lontanissimi dai discorsi che sentiamo oggi alla televisione, anche in programmi che hanno ambizioni pseudo-intellettuali o informative.E soprattutto Pasolini non voleva rassicurare, piuttosto colpire per stravolgere un mondo che non amava, che trovava profondamente anti-democratico. Non temeva l'impopolarità e nemmeno lo scontro verbale, il fine era spronare e spiegarne il perché.Oggigiorno siamo pateticamente anestetizzati da trasmissioni dove persone improvvisate esperte in tutto vanno in televisione per dichiarare ad esempio che sono contro la fame in Africa. Quando (e se) il presentatore chiede semplicemente: “Perché?”, vediamo affogare le stesse in sguardi imbarazzanti pieni di vuoto, si perdoni l'ossimoro, e il meglio che si ottiene è un retorico: “Perché non è giusto.” Persino monsieur De La Palisse arrossirebbe di fronte a tanta banalità spesa per problematiche immensamente gravi.Pasolini non era così. Ogni attacco o difesa sono sempre estremamente circostanziati perché vissuti, esperiti, frutti di studi profondi e di una capacità analitica rara.Ci sono due spezzoni bellissimi tratti dalla stessa intervista di Biagi del 1969 che bisogna assolutamente citare per esplicitare questi commenti.Biagi: “Il Vangelo la consola?”Pasolini: “Mah... non cerco consolazioni. Le consolazioni sono sempre retoriche, insincere, irreali...”Biagi: “Quali sono le persone che ama di più?”Pasolini: “ Le persone che amo di gran lunga di più sono quelle che possibilmente non hanno neanche la quarta elementare, ma non ci legga della retorica in tutto questo. Gli analfabeti o le persone con meno della quarta elementare posseggono una grazia. La cultura piccolo-borghese porta sempre a delle corruzioni e a delle impurezze.”Sentirsi schiacciati dalla forza e dalla virulenza delle idee di Pier Paolo Pasolini. Ecco, questo è un sogno ancora realizzabile.