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Pubblicato da: samira2 il 2002-10-09 12:41:57 L'articolo e' stato letto 22 volte
dekart26 scrive: "ecco una pagina che può far riflettere
Stralci dai «Diari» e dalle «lettere» di Etty Hillesum morta ad Auschwitz
Dal suo Diario» e dalle sue «lettere»:
15 marzo, le nove e mezzo di mattina
Odio «Ed ecco che improvvisamente, qualche settimana fa, è spuntato il pensiero liberatore, simile a un esitante e giovanissimo stelo in un deserto d’erbacce: se anche non rimanesse che un solo tedesco decente, quest’unico tedesco meriterebbe di essere difeso contro quella banda di barbari, e grazie a lui non si avrebbe il diritto di riversare il proprio odio su un popolo intero... Odiare non è nel mio carattere».
Di sera, le nove
Inizia l’amore “Mio Dio, stammi vicino e dammi forza, perché la battaglia si farà dura... Non voglio avere una relazione con lui… Ora che sto pian piano diventando più “raccolta”, mi rendo conta di essere una persona terribilmente seria che non scherza con l’amore».
Venerdì 21 marzo, le otto e mezzo di mattina
Vivere la vita «Una volta vivevo sempre come in una fase preparatoria, avevo la sensazione che ogni cosa che facevo non fosse ancora quella “vera”, ma una preparazione a qualcosa di diverso, di grande, di vero, appunto. Ora questo sentimento è cessato. Io vivo, vivo pienamente e la vita vale la pena di viverla ora, oggi, in questo momento».
Sabato mattina, le dodici
Coraggio «Ho provato a guardare in faccia il “dolore” dell’umanità, coraggiosamente e onestamente, ho affrontato questo dolore o piuttosto lo ha fatto qualcosa in me stessa, molti interrogativi disperati hanno trovato risposta, l’assurdità completa ha ceduto il posto a un po’ più di ordine e di coerenza: ora posso andare avanti di nuovo. L’unica cosa che si può fare e offrirsi come campo di battaglia».
Lunedi 4 agosto 1941, le due e mezzo di pomeriggio
Essere donna «La donna cerca l’uomo e non l’umanità. Non è proprio così semplice, questa questione femminile. Forse la vera, sostanziale emancipazione femminile deve ancora cominciare.
Sabato mattina
Scrivere «Desidero, e insieme temo, quel momento della mia vita in cui mi troverò sola con me stessa e con un pezzetto dl carta, e non farò altro che scrivere... Da qualche parte in me ci sono una malinconia, una tenerezza e anche un po’ di saggezza che cercano una forma... C’è ancora una falsa timidezza che m’impedisce dl confessarlo. La ragazza che non sapeva inginocchiarsi e che pure lo aveva imparato. . . Vorrei poter rappresentare in tutte le sue sfumature questo processo interiore, la storia della ragazza che aveva imparato a inginocchiarsi...».
Westerbork, 29 giugno 1943
Libertà «I dominii dell’anima e dello spinto sono tanto vasti e infiniti che un po’ di disagio fisico e di dolore non ha troppo importanza, io non ho la sensazione di essere privata della mia libertà e non c’è nessuno che mi possa fare veramente del male».
2 settembre 1943
«Noi stessi non ce ne rendiamo veramente conto: siamo stati marchiati dal dolore, per sempre. Eppure la vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità. E se solo facciamo in modo che, malgrado tutto, Dio sia al sicuro nelle nostri mani».
Dal treno che la sta conducendo ad Auschwitz, 7 settembre 1943
«Apro a caso la Bibbia e trovo questo: “Il Signore è il mio alto ricetto”. Sono seduta sul mio zaino nel mezzo di un affollato vagone merci.. La partenza è giunta piuttosto inaspettata, malgrado tutto... Abbiamo lasciato il campo cantando... Arrivederci».
“Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite”
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