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« L'ASSENZA D'AMOREReclusi »

Roberto Longhi critico militante

Post n°556 pubblicato il 29 Ottobre 2005 da samira2

Pubblicato da: suede68   il   2003-03-11 12:44:23   L'articolo e' stato letto 6 volte


 

Le predilezioni nel moderno e contemporaneo del raffinato eclettico che era capace di tracciare paralleli tra Piero della Francesca e Seurat

di Silvia Evangelisti

Ravenna. Se la personalità di Roberto Longhi storico dell’arte primeggia nella storiografia artistica europea del XX secolo, più in ombra è rimasta fino ad oggi la sua attività, parallela e sempre strettamente intrecciata all’altra, di critico dell’arte a lui contemporanea. Un’attività peraltro non occasionale, ricca di intuizioni vivissime e originali, come la sua interpretazione della scultura di Boccioni, ad esempio, o il rapporto tra Seurat e l’amatissimo Piero della Francesca o, ancora, la lettura acuta della Scuola romana di via Cavour e le dichiarazioni di interesse per l’Impressionismo in un’Italia poco avvertita dell’importanza di questo movimento, solo per citare qualche esempio. A ripercorrere questo lato meno noto della vicenda longhiana è ora la grande e articolata mostra «Da Renoir a De Staël. Longhi e il moderno», aperta alla Loggetta Lombardesca di Ravenna fino al 30 giugno (catalogo Mazzotta), realizzata dal Museo d’Arte della Città con la Fondazione Longhi di Firenze, l’Accademia Clementina di Bologna, la Fondazione Mazzotta di Milano e l’Istituto dei Beni Culturali di Bologna. La mostra rende visibili, attraverso più di 180 fra dipinti e sculture, scelti per quanto possibile fra quelli citati da Longhi nei suoi scritti, e un vasto repertorio di documenti, i nodi fondamentali della concezione critica longhiana sull’arte dell’Otto e Novecento, lungo un arco cronologico che va da Courbet e dagli impressionisti francesi fino alla metà degli anni ’60 del XX secolo, con un’ampia e rigorosa documentazione di tutti gli artisti di cui egli si è occupato in saggi, presentazioni, lettere, recensioni, rapide ma illuminanti notazioni critiche.
La mostra, frutto di lunghi studi e ricerche, propone così un percorso attraverso oltre un secolo di sperimentazione artistica europea, toccando Bonnard, Dufy, Derain, Matisse, Picasso, Klee, Kandinskij, fino a De Staël; per quanto riguarda il denso nucleo degli artisti italiani, spiccano Boccioni, Carrà, Severini, Soffici, de Chirico, De Pisis, Morandi, Sciltian, Maccari, Mafai e Raphael, Scipione, Martini, fino ad arrivare a Guttuso, Leoncillo, Magnelli.
(www.ilgiornaledellarte.com)

 
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