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Crash - contatto fisico

Post n°960 pubblicato il 13 Novembre 2005 da suede68
 

Finalmente un gran bel film!
Quanto razzismo esiste in America? E quanto i gruppi discriminati non sono a loro volta discriminanti nei confronti delle altre etnie?
I cattivi sono solo cattivi? E i buoni? Meritano il paradiso sempre e comunque?

Da queste tre domande si potrebbe partire per spiegare "Crash" il film di Paul Haggis, già sceneggiatore di "Million dollar baby".
La trama inizialmente è un po' ostica da seguire perché vengono presentati i personaggi, apparentemente non collegati fra loro, con i loro difetti (Matt Dillon il razzista; Sandra Bullock la moglie agiata del procuratore distrettuale, acida e sempre arrabbiata; Trandie Newton, bellissima moglie di un regista di colore, che non capisce l'odio razziale di cui il marito è vittima fin dalla nascita; Don Cheadle poliziotto nero apparentemente incorruttibile; Ryan Philippe giovane agente bianco contrario al razzismo e alla discriminazione) e gli episodi in cui si rendono odiosi.
Grazie a diversi "incidenti", nel secondo tempo del film, conosciamo i personaggi per intero e tutto ciò che avevamo pensato fino a quel punto viene azzerato: i buoni mostrano i loro lati negativi, i cattivi hanno modo di riscattarsi.
Sembra che il regista voglia lanciare un segnale molto chiaro: solo di fronte agli "incidenti" (stradali o della vita) le persone si rivelano per quello che sono.
Sconvolgente l'immagine degli Stati Uniti che ne viene fuori. Il film è ambientato a Los Angeles, ma penso che possa essere esteso a tutta la nazione, con quartieri che i bianchi non possono frequentare e viceversa per i neri.
Non è un film che prende le parti di un'etnia a scapito di un'altra, in questo l'ho trovato estremamente democratico, non fa pietismo, ma mostra brutalmente come la differenza la facciano sempre gli esseri umani singolarmente nei momenti estremi.
Bello e intelligente, da vedere.

Monica

 
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