Finché
l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà
divisa in padroni e in servi, non ci sarà né normalità
né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui. E ancora oggi, negli anni
sessanta le cose non sono mutate: la situazione degli uomini e della loro
società è la stessa che ha prodotto le grandi tragedie di
ieri.
Vedete questi? Uomini severi,
in doppiopetto, eleganti, che salgono e scendono dagli aeroplani, che corrono
in potenti automobili, che siedono a scrivanie grandissime come troni,
che si riuniscono in emicicli solenni, in sedi splendide e severe: questi
uomini dai volti di cani o di santi, di jene o di aquile, questi sono i
padroni.
E vedete questi? Uomini
umili, vestiti di stracci o di abiti fatti in serie, miseri, che vanno
e vengono per strade rigurgitanti e squallide, che passono ore e ore a
un lavoro senza speranza, che si riuniscono umilmente in stadi o in osterie,
in casupole miserabili o in tragici grattacieli: questi uomini dai volti
uguali a quelli dei morti, senza connotati e senza luce se non quella della
vita, questi sono i servi.
È da questa divisione
che nasce la tragedia e la morte. La bomba atomica col suo
funebre cappuccio che si allarga in cieli apocalittici è il futuro
di questa divisione.