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"Ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati"

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Un uomo può perdonare
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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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I MIGRANTI, FALSO PROBLEMA MONDIALE PER ECCELLENZA I

Post n°2229 pubblicato il 15 Dicembre 2025 da massimocoppa
 

I MIGRANTI, FALSO PROBLEMA MONDIALE
PER ECCELLENZA

Improvvisamente il “migrante” sembra diventata l’emergenza mondiale per eccellenza.
Non c’è Paese occidentale avanzato che non registri la presenza di ampie fasce di popolazione e di opinione pubblica che non inveiscano spesso e volentieri, storcano il muso o perlomeno alzino il sopracciglio contro gli stranieri, facendo degli immigrati legali e dei clandestini, degli onesti lavoratori e dei delinquenti, di tutt’erba un fascio.
Il vizio di accollare allo straniero, comodo capro espiatorio, tutto ciò che non va è antico quanto l’uomo, ma si pensava che il mondo moderno, ormai sufficientemente elevato nella cultura e nella sensibilità, nonché ammaestrato da secoli di storia, si fosse finalmente innalzato su questi beceri luoghi comuni, ma così non è.
La cosa veramente triste e preoccupante, però, è che la moda del vedere nell’immigrazione il problema principe dei nostri tempi non trova più audience solamente nei Bar dello Sport frequentati da simpatizzanti della Lega Nord, ma è programma elettorale di movimenti politici xenofobi e, spesso, anche antisemiti, che fanno registrare nei sondaggi cifre altissime di consenso e, in alcuni Paesi, come Germania e Gran Bretagna, sono candidati quasi certi alla vittoria delle prossime elezioni.
In alcuni Paesi, poi, sono già andati al potere. Negli Stati Uniti, ancora oggi, nonostante la Cina, la più forte superpotenza del mondo, il trumpismo sta distruggendo lo Stato di diritto pur di rastrellare, arrestare e deportare persone che non siano nate in America. Circostanza mostruosa, se non assurda, considerato che gli unici, veri, nativi americani sono i pellerossa, a loro tempo sterminati quasi totalmente dagli immigrati che hanno colonizzato l’America settentrionale. Gli Stati Uniti sono nati come “crogiuolo di popoli”: è un dato costitutivo essenziale, ma che oggi viene dimenticato. Un principio di diritto fondamentale, come l’Habeas Corpus (nessuno può essere legittimamente privato della libertà se non in forza di un provvedimento giudiziario fondato su basi concrete), creato proprio dagli anglosassoni, oggi viene accantonato tutti i giorni quando la famigerata polizia anti-immigrazione trumpiana arresta e deporta chiunque non abbia la pelle chiara. Negli Usa, come in Italia ed altrove, ci si dimentica che l’economia ha un debito di riconoscenza enorme verso queste persone che lavorano spesso come schiavi, quasi senza diritti, e mandano avanti la baracca. Meraviglia, infatti, che gli industriali americani non si ribellino a questo rastrellamento oceanico di manodopera!
Accadono fatti che non pensavamo possibili in quella che ritenevamo una democrazia: qualche giorno fa è emerso sui media un caso emblematico incredibile: un uomo originario dell’Honduras, regolarmente residente negli Stati Uniti da trent’anni e con un lavoro legale da piccolo imprenditore, con un figlio arruolato nelle forze armate americane ed una moglie che lavora per il governo degli Stati Uniti, è stato brutalmente arrestato e poi espulso. Il poveretto, tornato in Honduras, non è potuto rientrare neanche in possesso della sua casa perché occupata da inquilini che non pagano neanche l’affitto e che, restando impuniti, hanno sparato ed ucciso suo fratello quando i due sono andati a pregare queste persone di pagare o andarsene da casa. È un mondo intero che è crollato addosso a questo pover’uomo il quale, ora, non sa proprio come cavarsela, mentre la moglie ed i figli sono rimasti negli Stati Uniti, smarriti e terrorizzati.
Credevamo che abusi del genere, fuori da ogni regola di uno Stato di diritto, potessero verificarsi solo sotto dittature o nei Paesi del Terzo Mondo (due caratteristiche che, sovente, coincidono), non nella terra delle libertà. E tutto questo succede perché piace a Trump ed alla larga base popolare che lo sostiene. Ma davvero i suoi simpatizzanti pensano che cacciando via un naturalizzato americano si libereranno per loro posti di lavoro?! Davvero credono che l’economia girerà meglio e beneficerà anche loro?
Io sono sbigottito dal fatto che, con queste premesse, l’economia americana non collassi su sé stessa. Tagliare via manodopera è praticamente la negazione di ogni principio di buon funzionamento di un sistema economico. Inoltre, e questo stupisce gli stessi economisti, l’introduzione di pesanti dazi verso l’importazione di beni commerciali dovrebbe produrre un aumento generalizzato dei prezzi, un’inflazione, appunto, elevatissima, e invece questa resta bassa!
Ma quanto potrà durare questo stellone di Trump?
Ultimo esempio di questa fobia mondiale verso gli immigrati è la vittoria alle elezioni presidenziali del Cile, con una maggioranza schiacciante, di un politico di estrema destra, esplicito ammiratore del defunto dittatore Pinochet. La sua avversaria, sconfitta, era invece apertamente comunista. È stata cioè una sfida estremamente polarizzata, a tratti netti come non se ne vedevano più da anni. Ma, facendosi forte di un’aperta avversione all’immigrazione, e promettendo trumpianamente di deportare via tutti gli stranieri, il candidato vincente è riuscito a farsi votare in un Paese che ha sofferto per decenni sotto una dittatura di destra. Il Paese di Salvador Allende e del poeta comunista Pablo Neruda! Questo dà la cifra dell’impazzimento mondiale della politica, destabilizzata dalla falsa emergenza dell’immigrazione.
Gli immigrati che vivono onestamente e lavorano non sono un problema. Il problema è costituito dai delinquenti professionali e dagli estremisti: questi devono essere colpiti duramente, non tutti.
Quanto avvenuto in Australia è un esempio lampante. I due terroristi che hanno aperto il fuoco a Sydney contro una festa dell’Hanukkah, uccidendo decine di ebrei, sono due musulmani radicali, padre e figlio. Si è scoperto che il figlio era tenuto d’occhio dalle autorità dal 2019, perché fortemente sospettato di estremizzazione. Questi due tizi dovevano essere cacciati a calci nel culo, non gli altri. Tra questi “altri” c’è l’arabo fruttivendolo che, a mani nude, ha disarmato uno degli attentatori. Ma se l’Australia avesse agito con la logica di Trump, questo umile eroe, pur lavorando onestamente come fruttivendolo, sarebbe stato arrestato e deportato.

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AVREI POTUTO DIVENTARE MILIONARIO PER BEN DUE VOLTE...

Post n°2228 pubblicato il 15 Dicembre 2025 da massimocoppa
 

AVREI POTUTO DIVENTARE MILIONARIO PER BEN DUE VOLTE...

La mia nonna materna era solita dire: “Il Padreterno non mi manda mai un terno!”, cioè una combinazione di tre numeri che, giocati al Lotto tradizionale, consentono una forte vincita anche a fronte di una minima giocata.
Al che sua figlia, cioè mia madre, le rispondeva: “Mammà, ma se tu non giochi mai, come vorresti prenderlo questo terno?!”.
Naturalmente la conversazione, essendo all’interno delle mura domestiche, si svolgeva in dialetto napoletano; per essere più precisi, in dialetto procidano, perché mia nonna era emigrata a Procida dalla terraferma e mia madre era nata lì.
Questa premessa è d’obbligo perché anch’io, talora, mi lamento di non aver partecipato a “Chi vuol essere milionario”, di Gerry Scotti. La mia recriminazione è fondata sul fatto che, per ben due vole, conoscevo le risposte a due domande da un milione di euro, le domande finali.
Anni fa, un tizio vinse questa vagonata di soldi rispondendo al quesito decisivo. Ora non ricordo le parole esatte, ma la domanda era: “Quale romanzo finisce con queste parole? ‘Sono qui, sono tornato’”. Mi trovavo proprio davanti alla televisione e mi sembrò di impazzire sapendo già la risposta: “Il Signore degli Anelli”. Ed era così. Avrei potuto vincere un milione di euro! Ma ero a casa, non davanti a Gerry Scotti.
La stessa cosa si è ripetuta ieri. Lo leggo oggi dal “Corriere della Sera” (la televisione non la guardo più in diretta da anni). La domanda finale, da un milione di euro, rivolta ad un’anziana signora, era: “Molti anni dopo. Di fronte al plotone di esecuzione: quale romanzo inizia così?”. Ma ovviamente “Cent’anni di solitudine”, di Gabriel Garcia Marquez (lo sa anche mia moglie, non solo io)! Anche se il “Corriere” cita la frase sbagliando, perché tra “Molti anni dopo” e “Di fronte al plotone di esecuzione”, c’è una virgola, non un punto...
Mi stupisco che questo quesito possa essere stato ritenuto così difficile da meritare il premio finale! È però anche vero che ogni domanda sembra stupida se si conosce la risposta…
Peraltro la vincitrice in questione non è propriamente un’aquila di cultura, visto che ha dovuto spendere un aiuto per rispondere ad una domanda indubbiamente elementare, almeno se conosciamo la carta geografica d’Europa, anche approssimativamente. Confessa lei stessa di essere stata in difficoltà quando “Gerry Scotti mi ha chiesto quale fosse la parte più occidentale dell’Europa”; “ero incerta tra Spagna e Portogallo”. Santa pace! Ma se il Portogallo sta ad ovest della Spagna, con cui confina, ed affaccia sull’Oceano Atlantico, è ovvio che sia la parte più occidentale d’Europa!
Ecco, questa “cima” ora è milionaria in euro. Buon per lei, visto che ha un marito affetto da demenza senile e ci vogliono cure ed assistenza continue.
D’altronde ho poco da recriminare: la mia pigrizia mi condanna senz’appello. Mi pare ci fossero ancora le Lire ed il programma si chiamasse, di conseguenza, “Chi vuol essere miliardario”, quando mia moglie ebbe l’ardire di volermi iscrivere alle selezioni preliminari. Non l’avesse mai fatto! La rimproverai aspramente e, ovviamente, le chiesi di fermarsi. Ben mi sta.

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PAZZIA E DISPERAZIONE NEL PROFONDO NORD

Post n°2227 pubblicato il 15 Ottobre 2025 da massimocoppa
 

PAZZIA E DISPERAZIONE NEL PROFONDO NORD

Non sembrava possibile che in Italia potesse verificarsi quanto accaduto ieri a Castel d’Azzano, nel veronese, dove tre anziani fratelli (due uomini ed una donna), pur di non dover abbandonare il tugurio in cui vivevano, l’hanno fatto saltare in aria durante lo sgombero, uccidendo tre Carabinieri e ferendo decine di altre persone.
È una trama di estrema violenza, ambientata in una cornice di inaudito degrado sociale e con protagonisti degli autentici balordi disadattati e misogini, con dei volti lombrosiani che fanno rabbrividire e le cui psicosi, lungi dall’essere per tempo inquadrate, curate ed imbrigliate, sono state lasciate libere di sbizzarrirsi e radicalizzarsi dalla spietata macchina giudiziaria messa in moto dai loro debiti, fino al tragico epilogo di ieri.
E dire che le forze dell’ordine erano andate ben preparate: esauriti da tempo tutti i tentativi bonari, si era dovuti arrivare al massiccio impiego di uomini e mezzi, oltretutto di notte, come si fanno i blitz dell’antiterrorismo.
È una vicenda dove tutti escono perdenti, ed in primo luogo le istituzioni che, da un lato, sono capaci di stritolare un debitore fino a portarlo letteralmente sul lastrico e dall’altro non si rendono conto che ci sono persone che vivono in una disperazione esistenziale la quale è figlia e madre del disagio sociale.
Dicevo che non sembrava possibile un fatto, ma soprattutto un contesto, del genere in Italia. Sembra più una vicenda da America profonda, da campagna del West, da praterie selvagge, da periferie urbane da incubo.
Sembra un romanzo di Cormack McCarthy, sembra un film pulp dei fratelli Cohen o di Quentin Tarantino.
Invece non siamo nella profonda America, ma nel ricco ed alienato profondo Nord.

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HAMAS NON SEMBRA AVERE ALCUNA INTENZIONE DI SCHIODARE

Post n°2226 pubblicato il 15 Ottobre 2025 da massimocoppa
 

HAMAS NON SEMBRA AVERE ALCUNA INTENZIONE DI SCHIODARE

È difficile capire quale sia, esattamente, il ragionamento di Donald Trump, di Israele e dei Paesi arabi coinvolti nel negoziato di pace per Gaza, relativamente al destino di Hamas. L’impressione è che, nell’immediato, si sia voluto sorvolare su un tema spinoso per consentire il rilascio degli ostaggi israeliani.
Tuttavia, come al solito, Trump si è gettato oltre, straparlando pur di rubare la scena, e, in riferimento al fatto che, improvvisamente, appena scattato il cessate il fuoco, gli uomini del movimento islamico sono emersi dai tunnel sotterranei ed ora fanno finta di essere poliziotti tutti dediti all’ordine pubblico, alla pace ed al buon governo, ha detto esplicitamente: “Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo. Penso che andrà tutto bene”.
Insomma, Papa Trump ha benedetto i miliziani di Hamas: possono fare i poliziotti, o almeno i vigili urbani, finché gli va. Si illude, come al solito, che tutto il mondo sia ai suoi ordini o che si caghi sotto di paura quando lui fa il faccino feroce. Non ha ancora capito, l’orso Yoghi della Casa Bianca, che i veri duri non se lo filano proprio. Tutt’al più fanno finta di compiacerlo, ma poi continuano sulla loro strada: vedi Putin o Xi Jinping.
E così pare stia facendo anche Hamas, che si è scatenata nelle faide interne: gli uomini in nero, sedicenti poliziotti, stanno eliminando, ad uno ad uno o con esecuzioni di gruppo e pubbliche, i clan rivali che minacciano il loro potere perché si sentono ringalluzziti dalla sconfitta militare del movimento estremista. Questo fare piazza pulita degli avversari interni non sembra, propriamente, l’atteggiamento di chi è disposto a farsi completamente da parte in un vicino futuro ma, al contrario, un radicarsi ancor di più per vendere cara la pelle.
Per non commettere l’errore iracheno, dove vennero estromessi dalla vita pubblica tutti gli appartenenti al partito Baath dopo la caduta di Saddam Hussein, consegnando il Paese all’instabilità per anni e dando forza a nuovi estremismi, come quello dell’Isis, gli Stati Uniti adesso fanno l’esatto contrario, esagerando come al solito: si ha cioè il sospetto che Hamas potrebbe pure restare al comando, se farà almeno finta di essere diventato presentabile e non violento.
Cosa c’è da stupirsi? Quale organismo politico, o biologico, accetta facilmente di suicidarsi?

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CALABRIA, NESSUNO NOTA IL TONFO DI FRATELLI D’ITALIA

Post n°2225 pubblicato il 07 Ottobre 2025 da massimocoppa
 

CALABRIA, NESSUNO NOTA IL TONFO
DI FRATELLI D’ITALIA

La riconferma sonora di Occhiuto alla guida della Regione Calabria contiene, al suo interno, un dato clamoroso che, stranamente, non è stato notato dai maggiori quotidiani nazionali.
I commentatori e gli analisti hanno giustamente rilevato diversi dati macroscopici e, direi, talmente evidenti da essere banali: il candidato del centrodestra ha stravinto (57,4 per cento dei consensi) ed umiliato quello del centrosinistra, Tridico (41 per cento); specialmente il Movimento 5 Stelle è dolente perché lo sfidante di Occhiuto è un grillino e comunque, come partito, si è avuto un tracollo; nel contempo le forze progressiste sono in pieno psicodramma perché si interrogano sulla giustezza del progetto del “campo largo”, o come lo si voglia chiamare: cioè una coalizione di centrosinistra il più larga possibile, comprendente l’M5S, che veniva visto come un valore aggiunto potenzialmente decisivo e che, invece, si rivela potenzialmente disastroso.
Questo non dovrebbe stupire la Schlein ed i dirigenti del PD: si vuole per forza spacciare l’M5S come una forza progressista, ma basterebbe vedere la sua posizione fortemente filorussa ed antiucraina (come la Lega e tutti i movimenti di estrema destra d’Europa) per rendersi conto di quanto siano ancora forti gli elementi di criptofascismo che i primi studiosi del movimento misero in luce ai suoi albori, oramai diversi anni fa.
Altro aspetto molto notato, anche perché Tajani lo ha proclamato ad altissima voce, è l’ottimo risultato di Forza Italia: il partito fondato da Berlusconi, insieme alla lista di Occhiuto, anche lui un forzista, e ad un’altra lista fiancheggiatrice, totalizza il 30 per cento dei consensi!
Quello che però, e vengo al punto, nessuno pare notare o voler sottolineare è che Fratelli d’Italia ha preso solamente uno scarso 12 per cento dei consensi. Sì, avete capito bene: il primo partito d’Italia (alle ultime elezioni politiche aveva in Calabria il 19 per cento dei voti ed alle ultime elezioni europee ha preso, sempre in Calabria, il 20,6 per cento), il movimento politico della premier Meloni, in una regione come la Calabria che ha tributato un consenso plebiscitario al centrodestra, ha preso solo l’11,6 per cento. In pratica, a livello locale, è calato di ben otto-nove punti percentuali! Se non è una bocciatura di FdI e delle politiche che esprime, poco ci manca.
Questo, secondo me, è un fatto clamoroso che dovrebbe far molto riflettere e, precisamente, preoccupare il centrodestra e rinfrancare il centrosinistra. La Meloni, insomma, non è imbattibile, nemmeno ora.

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