SACCHEGGIATO IL PALAZZO DEGLI ASSAD,
MA I LIBRI NON LI HA VOLUTI NESSUNO...
Ancora una volta esperti, analisti, studiosi, osservatori e gli immancabili servizi segreti di tutto il mondo non hanno né previsto, né visto ciò che stava per accadere sotto i loro occhi: in una settimana uno sconosciuto gruppo islamico è stato capace di rovesciare una dittatura che durava da prima che io nascessi: quella della famiglia Assad, in Siria.
Ribelli laici prima ed islamici dopo avevano fallito nell’ultimo decennio: ci è riuscita Tahrir Al-Sham, un’organizzazione inserita dai Paesi occidentali e dall’Onu nelle liste dei gruppi terroristi, guidata dal misterioso Abu Mohammed al-Jolani, nome di battaglia di un bell’uomo che, in passato, ha militato anche in al Qaida e nell’Isis, ma che oggi promette una Siria moderata, tollerante ed ispirata ai valori del miglior Islam della storia, quello illuminato di secoli fa, un impero liberale che accettava e proteggeva le minoranze e non vessava le donne.
Vedremo. Voglio essere ottimista, ma i precedenti storici non aiutano. Ricordo bene che l’ultima generazione di talebani, quelli tornati al potere in Afghanistan da poco, aveva garantito, anche in occasione della conferenza stampa di insediamento al potere, che le donne sarebbero state libere di fare qualsiasi cosa, tanto per dirne una: e sappiamo invece come sta andando. Sono segregate e sottomesse, a dir poco.
Tuttavia mi sia consentita una notazione su un fatto apparentemente minore, ma che per me riveste un grande significato.
Le cronache giornalistiche ci informano che il palazzo presidenziale degli Assad, a Damasco, è stato completamente saccheggiato: non è rimasto niente. Asma, la moglie del presidente Bashar, aveva quattro stanze solo per le scarpe: questa sì che era una cabina-armadio! Praticamente decine e decine di donne ora hanno scarpe nuove… Tra l’altro, questa delle calzature pare essere una fissazione delle mogli dei dittatori: famosa è rimasta l’incredibile collezione di Imelda, la vedova del presidente filippino Marcos.
Tuttavia, un ambiente è stato risparmiato: la biblioteca di cento metri quadrati con tutto il suo contenuto. Non è stato danneggiato, ma neanche rubato, nemmeno un libro!
Tutto il mondo è paese: neanche in Siria si ama più leggere, non solo da noi. È una sciocchezza sullo sfondo di una tragedia nazionale, con tutti gli orrori e le morti causate dal regime e di cui si sapeva, ma che ora vengono mostrate a favore di telecamera. Eppure, non so perché, questo fatto dei libri che non sono stati rubati mi intristisce.
Gesù ha detto: “Non si vive di solo pane” (vangeli di Matteo e Luca, ma il concetto era già nel Deuteronomio ebraico). Ma forse questo il popolo siriano, che è musulmano, non lo sa.
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