C’È UN METODO DA BULLI NELLA FOLLIA DI TRUMP
Qualche giornale, e per primo lo ha fatto il “Sole 24 Ore”, ci ha spiegato, cercando di intravedere del metodo nella follia di Donald Trump (per parafrasare l’Amleto di Shakespeare), che la stretta allucinante sui dazi verso le importazioni, fortemente voluta dal presidente americano, ha in realtà lo scopo di riequilibrare con la forza il deficit commerciale degli Stati Uniti, costringendo quindi i Paesi che verranno a patti ad accollarsi forzosamente anche il debito pubblico americano (che è il più alto del mondo, e non da oggi), acquistando obbligazioni a stelle e strisce.
Se questo, da un lato, tranquillizza un poco, perché significa che Trump ed il suo cerchio magico non sono totalmente irrazionali o impazziti, dall’altro lato preoccupa comunque, perché ci fa capire che, oggi, al governo della più forte superpotenza mondiale (una superpotenza economica, militare e geopolitica) ci sono degli amministratori disposti a tutto pur di raggiungere i propri scopi: disposti, cioè, a bullizzare il resto del mondo, piegandolo ai propri desideri ed alla propria arroganza; ed a queste persone non interessa se, in realtà, per raggiungere il lontano ed improbabile scopo che si prefiggono, non agiscono sulle cause del deficit commerciale e sul debito americani, ma cercano solo di scaricarlo sul resto del pianeta. Inoltre, non gli interessa che, nel frattempo, rovinino una enorme rete di alleanze, anche politiche e militari, sconvolgendo l’andamento della Storia contemporanea e mettendo in crisi il concetto stesso di Occidente, oltre che di solidarietà fra le nazioni.
Siamo di fronte ad un machiavellismo brutalizzato e semplificato, insomma, ad una rivisitazione del concetto di fine da raggiungere a qualsiasi mezzo che, per una democrazia, è sicuramente senza precedenti.
Trump ha, di certo, una bella faccia tosta per dichiarare ad alta voce, sprizzando entusiasmo, di fronte al tracollo delle Borse mondiali (compresa quella americana), che hanno bruciato diecimila miliardi di dollari in tre giorni, che “questo è un grande momento per arricchirsi, per arricchirsi più che mai”: una frase detta mentre, appunto, gli indici finanziari planetari tracollano e viene bruciata una ricchezza pari al Pil di molti Paesi. È un’affermazione delirante in un contesto drammatico, uno scollamento allucinante dalla realtà, un teatro dell’assurdo che produce un effetto straniante e distopico.
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