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REFERENDUM: ANDIAMO A VOTARE E VOTIAMO “SÌ”

Post n°2220 pubblicato il 05 Giugno 2025 da massimocoppa
 

REFERENDUM: ANDIAMO A VOTARE E VOTIAMO “SÌ”
Quando un governo, senza esitazioni e compatto, ti dice di non andare a votare per dei referendum, secondo me è proprio quello il momento di fare il contrario: è una elementare regola igienica, direi.
Domenica 8 e lunedì 9 giugno si voterà per cinque referendum che, secondo me, sono importanti. Come al solito, e come accade da almeno trent’anni, si dovrà lottare contro l’astensionismo perché, purtroppo, seppur inizialmente creato per buoni motivi, c’è l’ostacolo del quorum da raggiungere a far correre il rischio che la consultazione sia vanificata, oltretutto con quel che costa.
Questo fatto è ormai chiaro da tempo a chiunque sia per il “NO”, a prescindere dal quesito referendario, per cui si punta direttamente ad invalidare la sessione elettorale puntando sull’astensionismo. Ecco, quindi, che chi influenza (per non dire controlla) i mass media nazionali punta (e, in larga parte, ottiene) a non far parlare dei referendum. Così la gente se li dimentica, o pensa che non siano importanti, e, complice anche la bella stagione che quasi sempre accompagna questo tipo di votazioni, se ne va al mare, in gita e via discorrendo.
Io sono sempre andato a votare ai referendum, a prescindere: perché una volta tanto si viene chiamati ad esercitare direttamente la propria opinione ed il proprio potere di voto su una iniziativa popolare, che viene dal basso.
Quindi, anche questa volta, voterò “SÌ” e lo farò a tutti e cinque i quesiti.
È la volta buona per smantellare, quasi definitivamente, la famigerata distruzione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori voluta da Matteo Renzi, un turbocapitalista mascherato da progressista, e, in generale, per ostacolare la precarietà istituzionalizzata del lavoro voluta da lui e dalle forze che lo sostennero all’epoca tra le quali, ahimè, il Partito Democratico. È anche per questo che, oggi, il PD è in imbarazzo: perché tra le sue fila ci sono ancora dei renziani. Non per nulla i quesiti sono stati spinti soprattutto dalla Cgil, benemerito sindacato rimasto ormai l’unico a fare qualcosa per i suoi iscritti (e non solo)...
Tre quesiti vanno incontro al ritorno alle massime tutele per i lavoratori dipendenti. Uno riguarda la loro sicurezza. L’ultimo consente ad uno straniero di ottenere la cittadinanza italiana dopo cinque anni, e non dieci, da residente in Italia.
Dunque, secondo me si deve votare “SÌ” perché così si rafforzano e ripristinano molti diritti cruciali dei lavoratori e “SÌ” anche per gli stranieri perché il tessuto produttivo ed assistenziale italiano ha bisogno di loro. Non vogliamo gli stranieri che fanno i delinquenti, ma vogliamo gli stranieri che rispettano la legge, si integrano e lavorano. A questi ultimi è giusto venire incontro. È un ragionamento semplice, che Salvini però non capisce e, in genere, non capiscono le destre sovraniste di tutta Europa, le quali preferiscono additare il solito falso bersaglio per non andare a fondo sulle problematiche: è la solita vecchia e volgare tattica del capro espiatorio la quale, però, a quanto pare fa ancora molta presa dappertutto. Succede, quando la ragione viene sopraffatta dagli istinti; o quando l’ignoranza diventa forza, per citare Orwell.

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