Massimo Coppa

Grazie al federalismo fiscale parcheggiare l’auto sarà sempre a pagamento


Una “bella” idea del governo per consentire agli entilocali, penalizzati dai finanziamenti statali, di fare cassaGRAZIE AL FEDERALISMO FISCALEPARCHEGGIARE L’AUTO SARÀ SEMPREA PAGAMENTO
Presto il parcheggio libero della propria auto diventerà un ricordo. Già adesso non è che la situazione sia rosea: tra divieti di sosta e moduli di sosta a pagamento (peraltro carissimi) è un problema serio posteggiare la vettura. Ma quello che appariva certamente come un incubo diventerà realtà.Nell’ultima sedute del consiglio dei ministri è stato infatti approvato un provvedimento che non è stato però inserito nel tradizionale resoconto dei lavori ad uso e consumo dei mezzi d’informazione e dell’opinione pubblica.Perché? Perché la materia è a dir poco scottante e, certamente, non verrà presa bene dagli italiani.Per “fare cassa”, il governo sta per presentare un disegno di legge molto semplice, che pressappoco dovrebbe suonare così: è abolita la sosta libera delle vetture. Dove non vietata per motivi di pericolo, la sosta sarà sempre a pagamento, utilizzando il meccanismo delle strisce blu o altri sistemi. La sosta a tempo determinato o libera sarà soppressa, restando consentita solo a 50 chilometri da ogni centro abitato. Appare chiaro che, in alcune province italiane con grande densità di popolazione la sosta libera, di fatto, non sarà concessa da nessuna parte.Il governo ha deciso di prendere questo provvedimento drastico per venire incontro alle proteste degli enti locali sui tagli ai trasferimenti finanziari. In pratica lo Stato, per venire incontro al “federalismo fiscale” voluto dalla Lega Nord, riduce nettamente gli aiuti a Comuni, Province e Regioni? E allora bisogna consentire loro di incassare soldi per altre strade, magari tartassando gli automobilisti.Per ora non si parla ancora di questa “bella” novità, per evitare reazioni furibonde, ma di certo la cosa verrà fuori: incomincio a provarci io, da qui. Magari se diffondiamo la notizia cominceranno a sollevarsi le proteste (civili, per carità) e l’esecutivo cambierà idea.Il disegno di legge è stato trasmesso alle Commissioni parlamentari di competenza. L’idea è quella di farlo approvare in quelle sedi, al riparo da occhi indiscreti, senza passare per le aule ed evitando, così, un dibattito che potrebbe rivelarsi imbarazzante.