Massimo Coppa

La dignita’ del lavoro torna al centro della politica?


I dissensi aperti nel PD sono un segno positivo di opposizione al renzismo imperanteLA DIGNITA’ DEL LAVORO TORNA AL CENTRO DELLA POLITICA?Con l’approvazione della riforma del lavoro si è consumata la spaccatura nel PD.Alcuni, come Bersani, continuando a mugugnare hanno comunque votato a favore. Ma in trenta sono usciti dall’aula ed in cinque hanno votato NO.Sarebbe riduttivo degradare questo fatto a semplice lotta di potere interna, a bega partitica. Per una volta tanto, nella politica italiana sono in discussione veri e propri principi, che riguardano temi economici ma, in un certo senso, anche etici, investendo direttamente la dignità dell’essere umano, la possibilità di avere e mantenere un impiego ed un reddito che gli consentano di vivere onestamente, senza sottostare agli umori del proprio datore di lavoro.Il turbo-capitalismo che Renzi cerca di imporre, circondato dal suo cerchio magico e plaudente di cortigiani al governo, oltretutto senza nemmeno essere passato al vaglio dell’elettorato, ha messo un’importante tacca sul cinturone: la distruzione dei diritti dei lavoratori è quasi legge.Cento anni di battaglie sindacali buttate nella pattumiera della storia.Eppure qualcosa si muove. Il PD renziano ha vinto le elezioni regionali sia in Emilia Romagna che in Calabria, è vero, ma l’astensionismo si è rivelato incredibilmente alto ed il partito ha perso 750mila voti rispetto alle elezioni europee di cui il premier mena vanto continuamente. Questo è un segnale forte. Non è vero che il problema non esista: questo è un atteggiamento arrogante, tipicamente renziano, ma che si sfracella contro la dura realtà dei fatti e delle cifre.E’ giusto e sacrosanto che ci sia dissenso nel Partito Democratico, e direi finalmente! Non si tratta di ricreare un altro partito di sinistra, e che sia magari di estrema sinistra. Si tratta però di dare vita ad una forza politica – attualmente inesistente nell’arco costituzionale italiano – che metta al centro la dignità umana, l’occupazione, il reddito, il diritto alla casa, la solidarietà, l’intervento dello Stato nell’economia: tutti concetti che non appartengono al capitalismo, non appartengono all’Europa dei burocrati ancorati al mito del bilancio in pareggio, non appartengono a Matteo Renzi ed alla sua corte di beneficiati: persone che credono solo, fortemente, nel proprio ego smisurato.