Massimo Coppa

La crisi infuria e travolge persino… i “compro oro”!


E’ finita la festaLA CRISI INFURIA E TRAVOLGE PERSINO… I “COMPRO ORO”!
Negli ultimi giorni si è palesato in sordina, ma non per questo con minor virulenza, uno dei sintomi più sconcertanti di questo Paese malato.Oroitaly, l’organizzazione che riunisce le piccole e medie imprese dell’oreficeria, ha reso noto che il settore del cosiddetto “compro oro” ha visto ridursi enormemente il proprio giro di affari nell’ultimo triennio, portando addirittura alla chiusura di tredicimila aziende.In tutta onestà, non provo alcun dispiacere per il fatto che chiudano imprese il cui unico scopo è quello di comprare a poco prezzo oggetti in oro a gente disperata e bisognosa di soldi, pagando anche splendidi manufatti per il solo peso e rivendendosi poi il tutto lucrando, stavolta, sulla lavorazione artistica del pezzo.È un sistema di sciacallaggio istituzionalizzato e legalizzato che non incontra la mia simpatia (e voglio usare un tono eufemistico).Nel 2010 e 2011 c’era stato un boom nella compravendita dell’oro usato, ed il settore dei compratori aveva veleggiato su fatturati altissimi. Ma la festa (per loro) è finita.Tuttavia questo, purtroppo, non significa che l’economia e le finanze degli italiani vadano meglio: è notorio, ed abbiamo potuto notarlo tutti, che i negozi di “compro oro” nascano come funghi dopo la pioggia quando c’è una crisi economica di lungo corso e la gente si impoverisce.Però, come spiega Gianni Lepre, segretario di Oroitaly, “sarebbe bello pensare che questo calo di affari dipenda da un miglioramento della vita dei nostri connazionali che non hanno, quindi, più necessità di vendere l’oro che hanno in casa”. No, la realtà è molto più triste: “Purtroppo la verità è più dura e amara: gli italiani sono stati talmente devastati dalla crisi da non avere più beni di famiglia da vendere”.