Massimo Coppa

Lebbrosi in strada a Napoli, le istituzioni e la Chiesa che fanno?


LEBBROSI IN STRADA A NAPOLI, LE ISTITUZIONI E LA CHIESA CHE FANNO?
Lebbrosi in strada a Napoli? Sembrerebbe di sì, l’ho visto con i miei occhi.Domenica 29 novembre, recandomi a piedi alla presentazione di un libro, sono passato per piazza del Gesù Nuovo. Quasi alla fine della chiesa, in direzione San Domenico Maggiore, c’era una apparentemente giovane donna straniera, a terra, che chiedeva l’elemosina addossata al muro.La folla immensa di quel giorno di festa le passava intorno, indifferente. A mia volta venivo sospinto dalla marea umana. Ma ho notato che questa infelice non aveva il naso.Una mia amica mi ha detto: “E’ una lebbrosa, lo sanno tutti”.Sono rimasto scioccato, ma poi la frenesia della giornata mi ha distratto. E tuttavia questa immagine è tornata alla mia mente diverse volte e con essa pressanti interrogativi.La lebbra è tornata, lo sapevamo: sembrava relegata a racconti tropicali, salgariani, ma nel Terzo Mondo non è mai stata debellata ed oggi arriva in Europa con gli immigrati.“Lo sanno tutti che è una lebbrosa”. Ma le istituzioni lo sanno? Non voglio pensare al pericolo del contagio, ma possibile mai che il Servizio Sanitario Nazionale non soccorra questa sventurata, non la aiuti in alcun modo?E la Chiesa cosa fa? Questa lebbrosa si accovaccia ai piedi di un edificio sacro dedicato anche alla memoria del santo medico (medico!) Moscati: la Curia lo sa? Ha intenzione di aiutarla?È questo il nostro mondo. I poveri, i bisognosi, i malati, gli immigrati, i lebbrosi, gli animali abbandonati: sono fastidiosi alla vista ed alla coscienza, creano problemi, disturbano il nostro stile di vita, ci mettono di fronte a responsabilità. Sono presenze “maleducate”, ma ci ricordano continuamente che dovremmo lasciare un’impronta gentile, su questa terra.(Nell’immagine: James Tissot, “Guarigione di dieci lebbrosi”, Brooklyn Museum)