Massimo Coppa

Per il mondo l’Italia resta un Paese affetto dalla corruzione


PER IL MONDO L’ITALIA RESTA UN PAESE AFFETTO DALLA CORRUZIONE
Pensavamo forse che, dopo la stagione di “Mani Pulite” del lontano biennio 1992-1994, la situazione fosse migliorata; ma nella classifica mondiale dei Paesi più corrotti l’Italia resta comunque appena al sessantunesimo posto su 168 Stati presi in considerazione.Più si scende nella classifica, ovviamente, maggiore è il grado di corruzione. Ma attenzione: qui si parla di “corruzione percepita”, cioè di quella che è l’opinione di uomini d’affari, investitori, esperti di economia di tutto il mondo. La realtà potrebbe essere meno grave: ma, certamente, suscita una certa inquietudine sapere che, nell’immaginario collettivo mondiale, siamo considerati tra i Paesi più corrotti d’Europa (dopo di noi c’è solo la Bulgaria) e addirittura del mondo.Lo studio viene pubblicato annualmente da Transparency International, una organizzazione non governativa tedesca, si chiama “Corruption Perceptions Index” ed è consultabile QUI.I Paesi più trasparenti e meno corrotti del mondo sono (dal primo al decimo posto) Danimarca, Finlandia, Svezia, Nuova Zelanda, Olanda, Norvegia, Svizzera, Singapore, Canada e Germania. Agli ultimissimi posti figurano Guinea-Bissau, Venezuela, Iraq, Libia, Angola, Sud Sudan, Sudan, Afghanistan, Corea del Nord e, fanalino di coda, la Somalia.In ogni caso, anche se la situazione italiana fosse obiettivamente meno grave, è comunque sintomatica la percezione che si ha di noi nel mondo: e nell’economia moderna, basata molto anche sulle cosiddette “aspettative” e sull’immagine, questa percezione si traduce in mancata fiducia e, quindi, mancati investimenti finanziari, commerciali ed industriali. Una cosa che non aiuta l’economia italiana ma, anzi, la danneggia profondamente.