Massimo Coppa

Gli ignorati consigli di Mercalli e la scienza che, sui sismi, brancola nel buio…


GLI IGNORATI CONSIGLI DI MERCALLI E LA SCIENZA CHE, SUI SISMI, BRANCOLA NEL BUIO…
I terribili eventi sismici accaduti ad Amatrice e nei paesi vicini mi hanno fatto venire alla mente discorsi risalenti alla fine del 1800 ma incredibilmente di attualità.Io vivo sull’isola d’Ischia che, come molti sapranno, è una zona famosa non solo per essere una amena località turistica, ma anche per la sua vulcanicità e sismicità.Qui, dopo essere stato preceduto da un forte sisma nel 1881, si verificò nel 1883 un terremoto disastroso che rase al suolo Casamicciola Terme e provocò migliaia di morti.La comunità scientifica studiò il luttuoso evento in maniera approfondita e diede alle stampe ponderose relazioni.Ebbene, sapete cosa sostenne Giuseppe Mercalli, uno dei padri mondiali della sismologia scientifica, in una lista di “consigli agli ischitani” dopo il terremoto? Scrisse al primo punto: “Non fare nessuna costruzione nuova in muratura e neppure riattare quelle lesionate nei luoghi più danneggiati”; ed al punto 3: “Si dovrebbero abbattere tutti i secondi e terzi piani che vi sono in dette località”; inoltre, al punto 6: “Non si facciano nuove costruzioni di nessuna sorta presso la spiaggia del mare”, a causa del rischio tsunami.Sapete invece cosa abbiamo fatto ad Ischia? Abbiamo ricostruito negli stessi identici luoghi, e pure abusivamente: cioè spesso senza alcun criterio antisismico! Di palazzi alti non ve ne sono quasi, ma di secondi e terzi piani ce ne sono a iosa e non ne parliamo poi delle case in riva al mare…Del resto il ricostruire ottusamente negli stessi identici punti squassati da un sisma pare sia una specie di punto d’onore: proprio ieri il governo Renzi ha dichiarato apertamente che non si farà l’errore dell’Aquila, cioè di delocalizzare alcuni insediamenti, ma si ricostruiranno Amatrice e le altre cittadine esattamente come e dove erano prima!Mercalli si starà rivoltando nella tomba…Nel frattempo, di prevedere i terremoti nemmeno si parla più: la scienza si è definitivamente arresa, ha alzato le mani. Eppure, dopo il sisma del 1881, Michele Stefano De Rossi, in una relazione tenuta all’assemblea della Società Geografica Italiana, sprizzava ottimismo da tutti i pori: “A me sarà dato additarvi quel raggio di luce, che già penetra in questa parte del campo scientifico; e che presto o tardi lo farà chiaro e luminoso. Come tanti altri misteri della natura cedettero alla perseveranza degli indagatori, i quali riuscirono ad impadronirsi delle loro leggi, come i fulmini e le tempeste divennero prevedibili ed in gran parte riparabili, così anche l’oscuro terremoto svelerà le sue leggi e diverrà meno fatale”.L’Ottocento è stato un secolo in cui la scienza, il positivismo e la razionalità hanno raggiunto vette di ottimismo e di potere che non sono state più toccate. Vette talmente elevate che, per reazione, hanno provocato una riscossa di saperi alternativi fatti di antiche credenze e nuove spiritualità.Che bello sarà stato credere nella luce della scienza, che spiega e tranquillizza! Oggi, invece, di fronte alle convulsioni del suolo siamo sprovveduti ed impauriti come bambini nel bosco.