Massimo Coppa

Il capitalismo mondiale applaude la Cina e fischia gli Stati Uniti…


Il mondo alla rovescia…IL CAPITALISMO MONDIALE APPLAUDE LA CINA E FISCHIA GLI STATI UNITI…Quando accadono queste cose, mi sembra di avere cento anni: mi sembra di essere un uomo di un’altra epoca. E forse lo sono veramente.Il mondo va sottosopra, “c’è grande confusione sotto il cielo!”, avrebbe detto Mao Tse Tung, ma io non mi sento di aggiungere, come faceva lui, che “la situazione è eccellente”.Lo stesso Mao, del resto, si sarà rivoltato nella tomba. Ieri sono iniziati i lavori del World Economic Forum a Davos, in Svizzera: quest’assemblea che rappresenta il capitalismo più capitalistico che ci sia, questo tempio della globalizzazione selvaggia, quest’accolita di manager che, probabilmente, pensano che i poveri, se non hanno pane, potrebbero mangiare brioches (come avrebbe detto, ma non è vero, Maria Antonietta alla vigilia della rivoluzione francese). Ovviamente sono presenti anche ministri e capi di governo di molti Paesi occidentali.Questo palcoscenico di rampanti è stato inaugurato da un personaggio d’eccezione: nientemeno che il leader cinese Xi Jinping.In un incredibile rovesciamento di ruoli, Xi Jinping, a capo di un Paese ancora formalmente comunista, ha difeso la necessità di avere un commercio internazionale libero: senza barriere, senza protezionismo.Una chiara contrapposizione alle dichiarazioni di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, cioè del Paese capofila del capitalismo mondiale, che invece vuole erigere barriere che proteggano l’industria ed il commercio americani dall’aggressività cinese.Da un lato la Cina, una realtà economica ancora in espansione, con una enorme liquidità a disposizione e che ha in mano una percentuale enorme del debito pubblico americano… Dall’altro lato gli Stati Uniti, una realtà economica fortissima ma che non è più la locomotiva dell’economia mondiale.I ruoli invertiti, il mondo al contrario… E i capitalisti di Davos hanno applaudito a scena aperta il “comunista” cinese e mugugnato contro il “capitalista” americano.Naturalmente c’è un’evidente logica dietro tutto ciò: la Cina è oramai il Paese più capitalista del mondo ed ha tutto l’interesse ad espandersi senza confini e restrizioni, innalzando sul piedistallo un capitalismo selvaggio, senza regole. E gli Stati Uniti, invece, soffrono l’attivismo cinese e cercano di arginarlo. Tutto molto chiaro ma, nondimeno, sorprendente.