Massimo Coppa

Ancora una volta bocciata una donna, la Francia sceglie i poteri forti dell’alta finanza…


ANCORA UNA VOLTA BOCCIATA UNA DONNA, LA FRANCIA SCEGLIE I POTERI FORTI DELL’ALTA FINANZA…
Le elezioni presidenziali francesi sono finite come l’establishment, i perbenisti ed i burosauri di tutta Europa speravano, e così anche questa volta i radical-chic possono tirare un sospiro di sollievo. Naturalmente non faranno tesoro di quest’altro scampato pericolo, così che dovremo ancora e sempre fare i conti con i diktat capotici di Bruxelles, che fra poco ci dirà pure quante volte al giorno dobbiamo andare in bagno. Oggi i media sono la raffigurazione plastica della contentezza dei poteri forti europei per la vittoria di Macron. È un’allegria di naufragi che, però, non dovrebbe obnubilare il nostro ragionamento. Queste elezioni sono state davvero tristi. Nonostante la varietà dei candidati, che consentiva un ventaglio di scelte molto più ampio della disastrosa dicotomia americana, che ha portato Trump alla vittoria, sono rimasti in ballo un candidato apparentemente impresentabile, Marine Le Pen, ed un “bravo ragazzo” che, purtroppo, ricorda tanto Matteo Renzi, seppur con una preparazione culturale e tecnica che il Renzi se le sogna. I francesi hanno avuto paura di scegliere la Le Pen. Ancora una volta i veri problemi sul tappeto (l’immigrazione clandestina, la sicurezza e, soprattutto, la politica economica europea) slittano in sottofondo e rischiano di rimanere non affrontati. L’importante, ça va sans dire, era fermare gli xenofobi, i fascisti, i populisti. Marine Le Pen, secondo me, non è xenofoba e non è fascista: tuttavia paga il fatto di venire da un partito che, fino a ieri, è stato di estrema destra, anche se si è ripulito parecchio e, addirittura, si è assistito alla tragedia politico-familiare della figlia che caccia via il padre, Jean-Marie Le Pen, fondatore dello stesso partito, ma ormai un rottame imbarazzante e deleterio per l’immagine della formazione politica. Inoltre, è un dato di fatto, certamente la Le Pen ha adottato toni di populismo anche becero: possono funzionare fino ad un certo livello, ma non portano all’Eliseo. Anche se questo teorema è stato universalmente valido fino alla vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti: da allora ci si è resi conto che, seppur in teoria, un Grillo o un Salvini potrebbero diventare addirittura presidente del consiglio. Oggi tutti gioiscono per la vittoria di Macron. Ma analizziamo il personaggio: Macron non viene da partiti tradizionali, ma è una candidatura creata a tavolino. È un tecnico dell’alta amministrazione, proviene dalla banca Rotschild (cioè il top della finanza mondiale) ed è graditissimo a banche, Borse e poteri forti. Con queste premesse, c’è veramente da essere contenti per la sua vittoria? Un tecnocrate di alto bordo, con frequentazioni d’elite, può davvero essere utile ai problemi della gente comune? Io non credo proprio! Non dirà a chi non ha pane di mangiare brioches, ma poco ci manca. Non credo che farà nulla contro la dittatura del Fondo Monetario Internazionale, contro le rigide politiche di bilancio dell’Unione Europea, che non creano occupazione e reddito, e contro i meccanismi perversi del capitalismo finanziario: non è nelle sue corde, non è nel suo DNA.La sua fortuna è stata che, dall’altro lato, c’era una donna dipinta come una strega dal tetragono potere dei mass media. Ancora una volta, mi viene da pensare, come è accaduto negli USA, si è preferito bocciare una donna, anche se l’alternativa non era esaltante.