Massimo Coppa

Ischia sequestrata in casa dal G7


Un rituale scenografico ed inutile che sconvolgela quotidianità dei cittadiniISCHIA SEQUESTRATA IN CASA DAL G7
Sono anni che, ad ogni riunione dei ministri o capi di Stato o di governo del G7, mi domando perché non decidano di incontrarsi su di una portaerei in mezzo al mare. Sarebbe una soluzione ottimale in tutti i sensi: dal punto di vista dell’antiterrorismo, perché gli statisti sarebbero ben protetti da un fortino supercorazzato e con una formidabile potenza di fuoco; per quanto concerne l’ordine pubblico, perché sarebbe impossibile organizzare manifestazioni pacifiche o violente da parte di no global, no TAV, black bloc, centri sociali eccetera; e sarebbe un’ottima soluzione, infine, anche per i cittadini, che non vedrebbero la loro quotidianità sconvolta per giorni e giorni. Il 19 ed il 20 ottobre la riunione dei ministri dell’Interno dei maggiori Stati del mondo occidentale si terrà nel mio paese: l’isola d’Ischia. Più precisamente, nel Comune di Ischia (l’isola è composta da ben sei enti locali). Ebbene, già dal 14 ottobre scatterà un dispositivo di difesa che sconvolgerà la vita di almeno la metà dei residenti di questo Comune, oltre – indirettamente – a quella di moltissimi abitanti del resto dell’isola che hanno bisogno di relazionarsi con il Comune capoluogo per motivi di lavoro, affettivi, burocratici, sanitari e commerciali. La maggior parte delle strade principali, e strade secondarie collegate, saranno interdette alla circolazione, alla fermata ed alla sosta dei veicoli; anche i pedoni saranno instradati su percorsi obbligati e rigidamente controllati: uno scenario desertico per consentire a “lor signori” di giocare a fare i decisori del mondo. Pare che il ministro dell’Interno italiano, Minniti, abbia voluto portare il consesso ad Ischia per rilanciarne l’immagine, appannata dopo il terremoto che ha colpito una piccola porzione del Comune di Casamicciola Terme. Ma mi domando: in che senso viene rilanciata l’immagine di Ischia? Certo, tutti i mass media del mondo parleranno di un G7 che si tiene nella maggiore delle isole partenopee, e questo ne farà girare il nome nei cinque continenti. Ma cosa mostreranno le immagini? Strade deserte e blindate, cecchini sui tetti, corpi speciali in mare e lungo la costa, batterie portatili di missili antiaerei, centinaia di militari, poliziotti e Carabinieri dispiegati dovunque: uno scenario di guerra. Noi isolani, in quei giorni, dovremo camminare a piedi anche per andare al lavoro. E questo su di un territorio che non è proprio piccolissimo, complessivamente ammontando a 46 chilometri quadrati. Già si sente dire che le scuole chiuderanno, e gli uffici pubblici stanno valutando il da farsi. Ovviamente gli sbarchi saranno super-controllati, per impedire ai manifestanti di raggiungere l’isola. Insomma, si sequestra una comunità intera per consentire un rituale scenografico ma apparentemente inutile, soprattutto oggigiorno che si potrebbe organizzare un summit anche in videoconferenza…Per cui, in conclusione, mi verrebbe da dire al ministro Minniti: grazie per il pensiero, ma il G7 portatelo da un’altra parte.