Massimo Coppa

LA GRAN BRETAGNA, IN CRISI ECONOMICA, TRATTIENE L’ORO ALTRUI…


LA GRAN BRETAGNA, IN CRISI ECONOMICA, TRATTIENE L’ORO ALTRUI…
A conferma del fatto che, dopotutto, Dio esiste, apprendiamo che l’altezzosa Gran Bretagna, dopo aver votato in un referendum l’uscita dall’Unione Europea, dopo aver visto un certo ambiente politico sciovinista protestare perché la premier May sarebbe troppo soft nell’attuare il risultato elettorale, mentre invece ci vorrebbe una “hard Brexit”, ebbene, dopo tutto ciò, emerge che tutti i tipi di uscita dall’Unione saranno negativi per l’economia britannica. Ma ancora peggio sarà se il parlamento boccerà l’intesa del governo per un’uscita morbida, ordinata e dilazionata nel tempo. La Banca centrale britannica ha reso note le proprie proiezioni. In caso di Brexit rude il Pil si ridurrà dell’8 per cento entro un anno, che è una grandezza enorme; nel contempo la sterlina perderà il 25 per cento del suo valore e gli immobili si deprezzeranno del 30 per cento. Insomma, un disastro. Chissà se quelli che hanno votato per abbandonare l’Europa si stanno rendendo conto del guaio che hanno combinato. E chissà se noi italiani trarremo insegnamento da quanto sta accadendo… Il governo May ha confermato queste stime, anche perché gli conviene dipingere un quadro tenebroso, per strappare il consenso delle Camere al piano di uscita messo a punto in accordo con Bruxelles. Tuttavia, a certificare che la situazione sia obiettivamente delicata arriva un dettaglio che sembra provenire da un romanzo di fantapolitica: la Gran Bretagna non intende restituire le riserve d’oro che custodisce per conto terzi. Il Venezuela, Paese in gravissime difficoltà economiche, ha chiesto ad agosto di riavere, con cortese urgenza, 14 tonnellate di lingotti d’oro. Siamo ormai a dicembre ed il prezioso metallo è ancora a Londra. Come rivela il “Sole 24 Ore” di oggi, la cosa sconcertante è che esisterebbe una clausola che consente alla Gran Bretagna di “non restituire l’oro sovrano in custodia e di impedirne anche la visione”. Quale Paese può aver firmato un accordo del genere? O la clausola è stata aggiunta successivamente? Ed è stata approvata dai “clienti”? C’è da dubitarne. Stante la persistente crisi economica mondiale, pare che diversi Paesi abbiano chiesto di tornare a disporre del proprio tesoretto aureo: l’oro, infatti, sta tornando prepotentemente a rappresentare un bene rifugio ed un ancoraggio solido delle economie nazionali, come lo è stato per centinaia di anni. Ma la Gran Bretagna non sta ridando niente a nessuno. Anche l’Italia, purtroppo, ha ben 300 tonnellate d’oro depositate a Londra ed altrettante ne custodisce la Federal Reserve americana. Speriamo di non averne mai bisogno, perché rischiamo di non recuperarli… Pure gli Stati Uniti hanno il vizietto di far finta di niente: la Germania ha dovuto minacciare una crisi diplomatica per riavere il proprio oro, e ha dovuto sbraitare per un anno.Questi atteggiamenti sono sconvolgenti: è come se la nostra banca non volesse più ridarci i nostri soldi o ci impedisse di accedere alle nostre cassette di sicurezza. Allora chiediamoci: perché uno Stato moderno, civile, avanzato e democratico si comporta così? L’unica spiegazione è: perché ha paura della crisi economica e cerca di conservare oro finché è possibile, anche se quell’oro… non è suo. Da qui a pensare che ne abbia già disposto in qualche modo e, quindi, non ce l’abbia più in custodia, avendolo utilizzato e speso, il passo è breve: e fa venire i brividi.