Massimo Coppa

HITLER E LA SINISTRA, QUANDO GLI ESTREMI SI TOCCANO DALLO PSICANALISTA…


HITLER E LA SINISTRA, QUANDO GLI ESTREMISI TOCCANO DALLO PSICANALISTA…
Con grande piacere posso finalmente annunciare che il mio amico Angelo Paratico è diventato “anche” editore. Viaggiatore instancabile, giornalista, bibliofilo, esperto d’arte, scrittore di thriller storico-politici, saggista di vaglia (autore, tra l’altro, di un innovativo studio su Leonardo Da Vinci, dapprima edito all’estero e di cui avevo parlato QUI), profondo conoscitore della politica, della società e dell’economia cinesi, imprenditore vissuto ad Hong Kong per decenni e da qualche mese rientrato definitivamente in Italia, Paratico ha acquistato una piccola ma battagliera casa editrice, la Gingko Edizioni di Verona, il cui motto è “Oltre la sinistra e la destra”: nel senso che predilige testi controcorrente, mai banali, mai scontati e, soprattutto, anticonformisti al punto da creare disagio nei cultori del “politically correct”. Tra le ultime pubblicazioni volute e curate proprio dal nuovo editore, voglio presentare tre interessanti novità. Le prime due rispecchiano perfettamente il manifesto programmatico di andare oltre gli steccati ideologici tradizionali: il primo è, di fatto, un libro profondamente anti-hitleriano; ma il secondo è, al contrario, un missile nucleare rivolto alla sinistra mondiale. In “Viaggio al centro della mente di Adolf Hitler”, la Gingko
propone una nuova traduzione di un famoso rapporto dell’OSS (l’agenzia di intelligence americana antesignana della CIA) sul profilo psicologico di Adolf Hitler. Pubblicato nel 1943, curato dallo studioso Walter Langer, è ancora oggi un testo interessante per vari motivi, a partire dal metodo di ricerca, serissimo e di marca freudiana, che è stato in grado di tratteggiare la più intima identità del dittatore tedesco, mettendo a fuoco aspetti che, successivamente, sono stati confermati dai fatti; inoltre, partendo dalla ricostruzione della mente del fondatore del nazismo, a suo tempo Langer predisse quello che sarebbe puntualmente accaduto, e cioè la deriva collerica ed autodistruttiva del Fuhrer, che sarebbe culminata con la distruzione della Germania ed il proprio suicidio. La profilazione dei leader politici, dopo quest’opera, diverrà modus operandi consueto per l’intelligence statunitense e mondiale, che ancora oggi, normalmente, cerca di penetrare a distanza nella mente dei leader politici più discussi, specialmente dei dittatori (come il nordcoreano Kim Jong-Un).
Di segno opposto è “La sinistra psicopatica”, di Kerry Bolton, prima edizione italiana di un saggio che, nel mondo anglosassone, ha suscitato scalpore: innanzitutto per il profilo del suo autore, accusato di simpatie di estrema destra, e poi per il suo contenuto. Bolton, con sagacia ed ironia, traccia un profilo psicoanalitico dell’essenza stessa del pensiero storico della sinistra mondiale, dai bolscevichi ai laburisti di ieri e di oggi, passando per i grandi nomi che l’hanno creata e definita: Marx, Lenin, Mao, fino ad arrivare ai movimenti femministi. La chiave dello studio è che le ideologie di estrema sinistra ed il nazismo sono molto più vicine di quanto si possa pensare: entrambe hanno profonde radici psicopatologiche e puntano alla più drammatica e sanguinosa massificazione possibile, letteralmente decapitando ogni eccellenza e ricercando il livellamento degli esseri umani nello squallore. Per Bolton la sinistra mondiale è stata maestra di propaganda, essendo capace di fornire di sé un’immagine idilliaca profondamente falsa e demonizzando anche le destre conservatrici e liberali. Infine, ultimo ma non ultimo, “Pilota di Stuka”:
l’autobiografia di Hans Ulrich Rudel, asso dell’aviazione tedesca nella seconda guerra mondiale. Rudel fu abbattuto trenta volte (!) dalla contraerea sovietica e realizzò 2.530 missioni di guerra: un record tuttora ineguagliato. Militare puro, nazista semplicemente perché operava al tempo di un regime che aveva preso il potere in Germania, a riprova che non fu mai un volgare criminale di guerra le sue memorie godono della prefazione di Douglas Bader, colonnello della RAF britannica, che lo definisce “un gentiluomo”, e furono uno dei maggiori successi editoriali del secondo dopoguerra.Angelo Paratico si è divertito a tradurre in italiano sia queste memorie che il libro di Bolton, aggiungendo al suo già ricco carnet intellettuale anche il profilo di traduttore.