Massimo Coppa

L’Europa e Salvini si accorgono del “pericolo giallo”…


 L’EUROPA E SALVINI SI ACCORGONO DEL “PERICOLO GIALLO”…
L’altro giorno riflettevo a tavola sull’ossessione di Salvini contro gli extracomunitari, specie se di colore e provenienti via mare su di un barcone. Constatavo che, mentre l’ineffabile ministro degli Interni si concentrava su di un falso pericolo, sotto il naso si faceva bellamente passare il super-attivismo dei cinesi, che aprono ipermercati dovunque (chi non ne ha uno nei pressi di casa sua?), persino nei piccoli paesi, e questo solo per restare alla più evidente prova del potere economico e dell’intraprendenza imprenditoriale di Pechino nel mondo. La “Road and belt initiative”, altrimenti detta “Nuove vie della seta”, è solo l’aspetto cosmetico e la sistematizzazione teorica e pratica della strategia cinese di conquista economico-finanziaria del mondo, passando per le vulnerabilissime Asia e Africa e sbarcando in Europa: il tutto con l’obiettivo ultimo di stringere in un angolo gli Stati Uniti, che lo sanno bene. Trump ha infatti già sbraitato contro le braccia aperte del governo italiano, ma adesso scopriamo che l’esecutivo Conte è spaccato anche su questo argomento: ad essere infatti filocinesi sono i Grillini; Salvini, invece, ha appena esternato contro il nostro innamoramento orientalistico, ricordando che vengono innanzitutto (e giustamente) l’economia e le imprese italiane e mettendo in guardia dai pericoli strategici della pervicacia cinese. Si può dunque dire che il leader della Lega sia coerente: vede di cattivo occhio TUTTI gli stranieri; anche i cinesi, dunque, non solo i “negri”. Del resto c’è, finalmente, un autorevole riconoscimento di quello che, nell’Ottocento, veniva definito “pericolo giallo”. Viene dall’Unione Europea: per la precisione, la Commissione consegna oggi al Consiglio ed al Parlamento europei una “Comunicazione” allarmistica, ma fondata, sul pericolo dell’offensiva cinese che, ormai, è in pieno corso anche in Europa, passando per i maggiori porti italiani.In estrema e semplicistica sintesi, possiamo dire che la Commissione sostiene che tra Cina e resto del mondo è in corso una lotta, e che questa lotta è impari perché Pechino gioca scorrettamente su tutti i fronti: dal diritto internazionale alle regole del mercato, facendo leva sull’enorme liquidità di cui dispone, passando per la strafottenza sul fronte dell’inquinamento ambientale e verso i diritti umani, in quello che è uno Stato totalitario governato dal Partito Unico al potere.