Massimo Coppa

Lo Stato abbassa un po’ le tasse? La regione le alza!


LO STATO ABBASSA UN PO’ LE TASSE?LA REGIONE LE ALZA!
Nel post precedente a questo ho lamentato, dati alla mano, che la riforma delle tasse partorita dal governo Draghi è in realtà un bluff; non solo: è anche l’ennesima vessazione ai danni del cosiddetto “ceto medio”.Se, stando al mio caso, molto diffuso, di percettore di uno stipendio da impiegato, ho constatato che, con gli sgravi previsti, avrò un aumento di introiti pari a poche decine di euro all’anno (!), non avevo ancora fatto i conti con la riforma delle addizionali locali da parte della mia regione di appartenenza, la Campania.Anche la Campania, infatti, ha varato qualche giorno fa la sua riforma fiscale! Ma, mentre quella di Draghi è teoricamente a favore di molte fasce (per quanto di pochissimo), quella messa a punto da De Luca è solo punitiva: a partire dai quindicimila euro annui, tutti gli altri redditi subiranno cospicui aumenti complessivi annuali di tasse regionali. Nel mio caso, pagherò 200 euro in più all’anno. Draghi me ne abbuona 60, De Luca se ne prende altri 200!Quindi, tirando le somme, non siamo solo al bluff, ma alla beffa unita al danno.L’ineffabile presidente della Regione Campania ha spiegato che l’aumento delle tasse è inevitabile perché bisogna riparare i danni fatti dalle amministrazioni precedenti. Fino a quando dobbiamo risalire nella ricerca delle responsabilità? Ai Borboni? C’era sempre lui nella legislatura locale precedente all’attuale! E, come se non bastasse, ha fatto indirettamente capire che resterà ben oltre il secondo mandato, perché deve mettere tutto a posto. Si noterà che in Campania ci facciamo beffe della norma nazionale che prevede un massimo di due mandati consecutivi per la stessa persona…Come se non bastasse, anche il Comune di Napoli si avvia ad alzare le tasse locali, sempre a causa del deficit pregresso. Insomma, ogni ente locale ha le sue gabelle da imporre. Paghiamo a tutti: allo Stato, al Comune, alla Regione...Riflettendo su questo, insieme allo spettacolo della sanità che mi si è palesato innanzi nei giorni scorsi per una vicenda personale, per l’ennesima volta mi è apparso chiaro che l’autonomia normativa, gestionale ed impositiva degli enti locali, salutata a suo tempo come splendida realizzazione democratica e federalista, è una iattura totale e bisognerebbe tornare allo Stato centralizzato; perché in Italia siamo capaci solo di far finire tutto in vacca e, quindi, argomenti come le tasse e la salute sono troppo seri per lasciarli in mano al Cesare comunale o regionale.