Massimo Coppa

Mi sto ricredendo favorevolmente su Draghi e spiego perché (casomai interessasse a qualcuno)...


MI STO RICREDENDO FAVOREVOLMENTE SU DRAGHIE SPIEGO PERCHE’(CASOMAI INTERESSASSE A QUALCUNO)...
Chi segue questo blog sa che Mario Draghi non mi è mai piaciuto. Avevo (ed ho) grosse riserve sul personaggio, a partire dal fatto che si tratta dell’ennesimo capo del governo mai eletto da nessuno e, soprattutto, mi dà fastidio il culto della personalità che gli viene tributato.Tuttavia devo dire che, negli ultimi mesi, mi scopro a concordare quasi integralmente con le sue iniziative di governo.Egli amministra senza farsi condizionare dalle minacce dei suoi rissosi alleati, come Lega e M5S: quando mai, in Italia, si è vista una tale indipendenza? Può permettersi di farlo perché non è un politico, ma non si creda che sia comunque facile.Concordo anche con il massiccio intervento statale di sostegno all’economia ed al reddito: per me che sono cresciuto alla scuola keynesiana dell’economia sin dai tempi dell’università, la spesa pubblica rivolta al perseguimento della piena occupazione e di un maggiore potere d’acquisto è qualcosa di irrinunciabile: se ne sono accorti anche negli Stati Uniti ed in Europa, dove dalla pandemia in poi è stato finalmente accantonato il feticcio del bilancio in pareggio per ritornare al concetto di un sistema finanziario che sia al servizio delle persone, e non il contrario.L’atteggiamento di totale solidarietà alla povera popolazione ucraina aggredita dal gigante russo, con il corollario di un fermo sostegno morale e materiale, anche in armi, è un altro punto qualificante di Draghi: in un Paese stracolmo di “se”, di “ma” e di benaltrismo prorusso, spesso ideologico ma anche sorretto da più prosaici finanziamenti, il comportamento del capo del governo lo qualifica come uno statista con la “s” maiuscola.Infine, è di ieri il suo intervento al Parlamento Europeo, nel corso del quale ha avuto il coraggio di dire quello che quasi tutti pensiamo da anni: bisogna superare il meccanismo dell’unanimità nelle decisioni dell’Unione Europea e procedere a maggioranza: magari qualificata, ma pur sempre maggioranza, come si fa in ogni consesso democratico. Perché, finora, la necessaria unanimità si è tramutata in un potere di veto assurdo e paralizzante ad opera di alcuni Paesi, i quali spesso decidono in base a contrapposizioni incrociate: si oppongono, cioè, alla proposta di un membro semplicemente perché quest’ultimo, in passato, si è magari opposto ad una loro esigenza.Decidere in base alla maggioranza, ovviamente con tutte le tutele e le protezioni per chi resta in minoranza, è il sale di qualsiasi assemblea democratica che sia efficiente e veloce nelle decisioni che servono in un dato momento storico.