Massimo Coppa

QUEI RELIGIOSI DAL TERZO MONDO: VERA VOCAZIONE O SOLO UN LAVORO?


QUEI RELIGIOSI DAL TERZO MONDO: VERA VOCAZIONE O SOLO UN LAVORO?
Io sono originario di Casamicciola Terme, nell’isola d’Ischia. Da bambino ho fatto l’asilo presso una struttura gestita da religiose, praticamente cinquant’anni fa circa.Erano bravissime, o perlomeno non ricordo alcun atto di violenza nei confronti miei o di altri bambini. L’asilo era guidato da suor Irene, che ricordo con affetto e di cui non ho saputo più nulla.Ebbene quest’asilo, che da sempre è anche orfanotrofio ed ospita pure minori sottratti alla potestà genitoriale, è da ieri finito nella bufera per atti di violenza gratuita verso i giovanissimi ospiti.Una suora è stata arrestata ed altre tre denunciate, tra le quali l’attuale madre superiora. Le religiose denunciate a piede libero hanno avuto anche il divieto di risiedere in Campania fino all’accertamento giudiziario delle responsabilità.La madre superiora è italiana, originaria di un paese in provincia di Napoli. Le altre sono del Madagascar (due), tra le quali quella arrestata, ed una filippina.Questa circostanza mi ha fatto riflettere. La crisi delle vocazioni ha fatto sì che, ormai, in Europa ci sia un piccolo esercito di sacerdoti, frati e suore originari di Paesi del Terzo Mondo.Mi sono sempre chiesto quanto sincere siano queste vocazioni. È logico pensare che ci siano molti aspiranti preti e suore che divengono tali solo per sfuggire alla miseria dei propri luoghi di provenienza, specialmente in Africa, ed arrivare legalmente in Europa, per svolgervi un “lavoro” oggettivamente leggero ed a fronte di molti benefit e di un reddito fisso.Quanto accaduto a Casamicciola sembrerebbe confermare questo sospetto: quale sensibilità vera, quale religiosità profonda e sincera possono avere delle persone le quali, sistematicamente, si abbandonano a violenze bestiali contro degli orfanelli, già traumatizzati di loro, o altri minori?!Viene proprio da pensare che questi soggetti, e chissà quanti come loro, non abbiano avuto alcuna chiamata vocazionale, non abbiano alcuna seria sensibilità religiosa e non nutrano alcun sentimento di carità verso il prossimo, ma siano solo motivati da ragioni puramente materialistiche.Mi domando se la Chiesa si sia mai interrogata sulla sincerità della valanga di vocazioni dal Terzo Mondo. Credo che l’abbia fatto, ma abbia scelto di lasciar perdere l’argomento per real politik, visto che dai Paesi industrializzati le vocazioni sono paurosamente diminuite. Alla luce delle cose che accadono, e mi riferisco a tanti altri fatti che hanno coinvolto il clero ed altro personale religioso, mi sembra che la scelta non sia stata felice.Di fronte al “pochi, ma buoni” si è preferito il “molti”, anche se mediocri ed insinceri.Non è possibile commentare questo post