Massimo Coppa

BENTORNATO, PRESIDENTE UNDERWOOD


BENTORNATO, PRESIDENTE UNDERWOOD
Kevin Spacey, già assolto negli Stati Uniti dall’accusa di molestie e violenza sessuale, è stato assolto ieri da analoghe accuse, ma stavolta in Gran Bretagna.È, insomma, uscito pulito su tutta la linea.Tuttavia, la sua reputazione e la sua carriera sono state distrutte. Una fiction di enorme successo che lo vedeva principale protagonista, “House of Cards”, si è autoeliminata per decisione della casa di produzione: il suo personaggio, Frank Underwood, un uomo politico cinico e spietato che scala tutta la salita del potere americano fino a diventare presidente degli Stati Uniti, viene fatto morire, dando vita ad un’ultima stagione mediocre per assenza del principale “villain” e conclusiva per disaffezione dell’audience.Purtroppo non si potrà fare finta di niente, né tornare indietro, appunto perché il personaggio del presidente Underwood passa a miglior vita. Ma la frustrazione dovuta alla maniera orribile con la quale questa serie è stata suicidata dopo diverse stagioni di ascolti oceanici in tutto il mondo grida vendetta e mi rattrista e irrita ancora oggi.“House of Cards” è stata, secondo me, una delle migliori fiction mai realizzate, soprattutto se siete appassionati di politica in generale e di politica americana in particolare.La serie è curatissima in ogni dettaglio, e la trama è assolutamente verosimile, specie alla luce dell’era Trump, praticamente profetizzata, essendo quest’opera di fantasia precedente al trumpismo: guardando “House of Cards” si capisce della politica americana molto più di quanto se ne possa capire studiandola sui libri, e ve lo dice uno che all’università ha studiato anche diritto costituzionale e politica degli Stati Uniti.Ecco che, esagerando con il “Me Too” e le accuse strampalate ed assassine, si finisce non solo con il distruggere la vita di un uomo innocente, ma si danneggia irrimediabilmente anche un’opera culturale, seppur popolare, quale pure una fiction può aspirare a diventare, come ci insegnò a suo tempo Umberto Eco.Da questo punto di vista il sistema giudiziario italiano, che considera una persona innocente fino al terzo ed ultimo grado di giudizio, improvvisamente mi appare un enorme fattore di civiltà.Non è possibile commentare questo post