Massimo Coppa

TRUMP E LA FOTO SEGNALETICA A PIACERE


TRUMP E LA FOTO SEGNALETICA A PIACERE
Da animale da palcoscenico quale è, Donald Trump ha trasformato la foto segnaletica che gli hanno scattato nella famigerata prigione di Fulton (dalla quale è uscito subito, su cauzione) in una icona dove, al contempo, si mostra vittima innocente e persona capace di coriacea resistenza e grinta per la rivincita.La foto da prigioniero, uno spauracchio da lui temuto, è diventata realtà, ma egli ha trovato il modo di ribaltare la circostanza e trasformarla in un simbolo di persecuzione politica. I suoi fans hanno già creato una linea di merchandising connessa (magliette, tazze, portachiavi e così via).In effetti la teatralità dell’ex presidente americano lo ha aiutato a farsi ritrarre in una posa luciferina, da cui emerge forza e decisionismo, mentre in genere le foto degli arrestati sono tristi e patetiche.Io mi domando, però, perché i poliziotti gli abbiano consentito di mettersi in una posa così particolare. Nei telefilm americani spesso si vede che gli operatori sgridano il prigioniero e gli ordinano di stare composto, eretto, con la testa dritta e di guardare l’obiettivo fotografico di fronte, senza sorridere e senza fare smorfie, così da restituire le caratteristiche del volto nel modo più fedele.Stavolta, invece, a Trump hanno permesso di mettersi di tre quarti, guardando dal basso verso l’alto e con un atteggiamento mefistofelico.Degli altri suoi complici, un tizio ha cercato di fare come lui, ma non essendo un guitto del calibro di Trump il risultato è stato ridicolo. Una ragazza di colore, invece, a sua volta guardando la macchina fotografica dal basso verso l’alto, sta proprio ridendo di gusto, come se le avessero appena raccontato una barzelletta. Un’altra ragazza, bionda, sta sorridendo nemmeno fosse ad un ricevimento di matrimonio. Insomma, ci mancavano solo le boccacce e gli occhiolini: ognuno si è fatto fotografare come voleva.Dov’è finita la famosa severità dei poliziotti americani? Forse anche in America tutti sono uguali davanti alla legge ma, per dirla alla Orwell, qualcuno è più uguale degli altri.
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